Roma, 2 ott. (askanews) – Gettando un ponte tra passato e futuro, la ceramica è un materiale che sfida il tempo e dimostra tutta la sua contemporaneità nelle sculture di Sabino de Nichilo, protagoniste della mostra intitolata Rivelazioni. La personale – visitabile fino al 17 novembre – si inaugura il 4 ottobre alle ore 18 nelle sale del Museo Archeologico “Francesco Ribezzo” di Brindisi, in piazza Duomo 7, alla presenza di Emilia Mannozzi, Direttore del Polo BiblioMuseale di Brindisi, della curatrice Ilaria Caravaglio e dell’artista, ed è realizzata con il supporto di Inner Wheel Club Mesagne “Appia Antica”.
Sabino de Nichilo presenta al pubblico un progetto ideato per lo spazio museale brindisino e volto a mettere in dialogo i cicli più recenti della sua ricerca scultorea – intitolati Organi da asporto, Esperimenti di estinzione e Rivelazioni – e alcuni dipinti su carta con i reperti custoditi all’interno del “Ribezzo”. Oltre a collocare le sue opere nella sala adibita alle esposizioni temporanee, l’artista dissemina lungo il percorso espositivo del museo cinque interventi site specific, pensati con l’intento di attualizzare e rileggere criticamente alcune delle figure mitologiche e delle forme espressive della cultura classica che i visitatori possono incontrare all’interno della collezione archeologica permanente.
Non è solo un andirivieni tra epoche storiche e culture diverse. Si tratta – secondo la curatrice Ilaria Caravaglio – di “un percorso più articolato, che vede alcune delle ceramiche accomodarsi, con un dialogo rispettoso, tra i millenari reperti che riempiono le sale dell’edificio museale”. A delinearsi in questo modo nelle sculture di Sabino de Nichilo è quella che Caravaglio definisce “un’archeologia del futuro”, che vede la rivelazione a cui fa riferimento il titolo della mostra costruirsi a partire da una relazione, “intesa come dialogo tra la produzione dell’artista ed i pregiatissimi pezzi della collezione del museo”.
Spiega la curatrice: “Al centro della ricerca di de Nichilo c’è il corpo, declinato nelle sue infinite possibilità e trasformazioni. Le sue sculture, come frammenti di un puzzle cosmico, ci presentano un corpo che si frantuma, si ricompone, si evolve, sfidando le leggi della natura e della morfologia tradizionale. Queste forme organiche, spesso ibride e mutanti ci ricordano, appunto, i reperti archeologici, frammenti di un passato che cerchiamo di ricostruire ma, al tempo stesso, cellule staminali, capaci di generare ogni tipo di tessuto”.
“Le opere di de Nichilo – prosegue Caravaglio – propongono una doverosa riflessione sul futuro, un futuro in cui la tecnologia e la scienza permetteranno di manipolare la materia vivente, creando nuove forme di vita e di interazione con l’ambiente, ma anche un futuro in cui la natura, con la sua forza inarrestabile, continuerà a plasmare il mondo, ricordando a noi esseri umani la nostra fragilità e la nostra dipendenza dall’ecosistema”.
La mostra è visitabile dal martedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 18:45; il lunedì (fino al 4 novembre) dalle ore 16 alle 19.