Milano, 18 set. (askanews) – Gruppo Montenegro punta sul rilancio di Vecchia Romagna. Il brandy con 200 anni di storia ora punta a raggiungere un posizionamento “premium” e lo fa collaborando per la prima volta con il mondo della ristorazione. E’ partito, infatti, da Milano il Progetto Ristoranti dedicato alle due Riserve Vecchia Romagna: Riserva tre botti e Riserva 18.
L’iniziativa coinvolgerà oltre 30 ristoranti, in corso di definizione, lungo tutto lo Stivale con cene esperienziali durante le quali ci saranno abbinamenti gastronomici d’autore a degustazioni guidate dal master blender Antonio Zattoni. Protagoniste di queste cene la Riserva tre botti, blend di pregiati distillati invecchiati in tre botti differenti appunto, e Vecchia Romagna Riserva 18, blend di distillati invecchiati 18 anni in botti di Rovere e affinato in botti che hanno ospitato vino Amarone della Valpolicella.
Il riposizionamento del brand Vecchia Romagna per Gruppo Montenegro, che il 15 ottobre perfezionerà l’acquisizione annunciata due mesi fa del rum venezuelano Pampero, rientra nel percorso avviato dal neo amministratore delegato, Sergio Fava, da poco più di un anno alla guida del gruppo. Gruppo che ha chiuso il bilancio 2023 con fatturato in crescita del 16% a 330 milioni di euro, dai 284 di un anno prima, e 380 dipendenti.
A favorire il risultato raggiunto nel 2023 l’andamento dei consumi fuori casa che lo scorso anno si sono attestati sui 92 miliardi di euro (contro gli 83,5 miliardi del 2022) con una crescita significativa per i ristoranti di fascia alta (+12%). E tra i fattori che guidano la tendenza positiva per la ristorazione c’è proprio la premiumizzazione, a cui guarda Vecchia Romagna con il Progetto Ristoranti. “Oggi i consumatori ricercano sempre di più esperienze di gusto nel fuori casa – spiega Daniele De Angelis, head of marketing core brands di Gruppo Montenegro – e puntare sulla ristorazione si sta rivelando per il brand una scelta vincente. Con il Progetto Ristoranti per la prima volta Vecchia Romagna guarda a questo segmento con l’obiettivo di far scoprire l’eccellenza delle due Riserve di Vecchia Romagna e la loro capacità di abbinarsi perfettamente alle creazioni di chef rinomati”.
Il brand Vecchia Romagna, presente sul mercato con le referenze Etichetta Nera e Classica e le Riserve Tre Botti e Riserva 18, detiene una quota del 51% all’interno di un mercato dei brandy che vale tra gli 80 e i 90 milioni. “Il mercato dei brandy in Italia – ha sottolineato De Angelis – è sostenuto sostanzialmente da Vecchia Romagna, gli altri concorrenti hanno un po’ mollato la presa. Invece Vecchia Romagna negli ultimi 10 anni ha mostrato risultati in leggera crescita pur in un mercato in lieve calo”.
Ora col Progetto Ristoranti si punta a “innalzare il percepito del brand presso il consumatore – ha spiegato ancora De Angelis – abbiamo tutti un vissuto di Vecchia Romagna: ora stiamo cercando di far capire che va oltre quello che si conosceva finora, che questo brand può proporre distillati di altissima qualità con un posizionamento di prezzo alto, che per quanto riguarda Riserva 18 può andare dai 140 ai 150 euro”. Proprio per questo l’arena competitiva si allarga a tutti i brown spirits di qualità: “Non solo brandy, guardiamo al cognac ma ci consideriamo anche una alternativa ai grandi whisky e rum” ha concluso De Angelis.