Roma, 11 set. (askanews) – A fronte del drammatico avanzamento dell’epidemia di lingua blu in Sardegna, comparsa all’inizio degli anni Duemila e ormai dichiarata endemica, “è fondamentale avere un quadro chiaro e dettagliato dei vaccini disponibili e delle vaccinazioni effettuate e da effettuare”. Lo afferma il presidente della Copagri Sardegna Giuseppe Patteri, invitando la Regione, e in particolare gli assessorati all’Agricoltura e alla Salute, a mettere in campo maggiore impegno a tutela degli allevamenti sardi.
“Facciamo appello alla Regione – spiega Copagri Sardegna – affinché si attivi quanto prima per coinvolgere tutti gli attori in campo, convocando un tavolo di confronto nel quale vengano invitate le associazioni agricole, così da fare il punto della situazione e studiare le contromisure urgenti”.
“Conoscendo i quantitativi di vaccini, infatti, si potrà capire dove è necessario incidere maggiormente e quali sono state le principali criticità riscontrate nella campagna vaccinale, lavorando per una prevenzione più strutturata e risolutiva”, prosegue Patteri, ad avviso del quale “urge, inoltre, rendere fruibile quanto prima il vaccino, oltre che per gli ovini, anche per gli allevamenti di bovini, in particolare per quelli che rischiano il blocco della movimentazioni verso il Continente, visto che il bovino può essere portatore sano del virus; tale blocco rappresenterebbe un altro duro colpo alla produttività agroalimentare dell’Isola, in un momento delicato per il Primario, martoriato dalla siccità, dalla moria dei capi e dalle mancate produzioni”.
Copagri Sardegna come il virus sia arginabile solo in due modi: con l’uso metodico dei vaccini esistenti e con il tentativo empirico della disinfestazione nei confronti dell’insetto vettore; “proprio questo secondo punto rappresenta una delle criticità che, complice la scarsa coordinazione, rendono debole il sistema di prevenzione, dal momento che l’uso degli insetticidi di controllo è lasciato alla politica del ‘fai da te’, mentre richiederebbe un’azione pianificata e concertata”, aggiunge il direttore della Copagri Sardegna Mario Putzolu, evidenziando, in particolare, l’importanza di “verificare l’esistenza e la disponibilità di un vaccino per il sierotipo 3, uno dei più aggressivi, diffusosi in modo particolare nell’Oristanese e nel versante sud Occidentale dell’Isola”.