Roma, 10 set. (askanews) – Servono controlli serrati sulle importazioni di animali vivi dall’estero e una campagna vaccinale immediata contro la Lingua blu, che sta dilagando negli allevamenti italiani di pecore e di mucche con centinaia di focolai e migliaia di animali morti in Sardegna, ma anche in Piemonte, Lombardia e Calabria e in altre aree del paese.
Coldiretti chiede quindi l’avvio immediato di una campagna vaccinale per salvare le aziende e chiede un impegno alle istituzioni “per mettere in campo tutte le soluzioni necessarie a tutelare la filiera zootecnica, proprio a partire dal reperimento dei vaccini, mentre alcune regioni hanno diffuso ordinanze con disposizione di sicurezza per limitare la corsa dei contagi”.
La lingua blu (blue tongue) è una malattia trasmessa ai ruminanti da un insetto, un moscerino del genere Culicoides. Non colpisce l’uomo e non infetta il latte e la carne ma può comunque causare la morte dell’animale. Il diffondersi della malattia porta al calo della produzione di latte e al blocco della movimentazione delle greggi e delle mandrie, con danni economici per le aziende.
In Sardegna, in particolare, si riscontrano centinaia di focolai confermati e molti altri in fase di accertamento. “È dunque indispensabile – spiega Coldiretti – che vengano messe in campo tutte le azioni necessarie per arginare l’epidemia e sostenere le aziende colpite, al fine di evitare ulteriori danni economici e salvaguardare il futuro della pastorizia nell’isola. Ma è pesante anche la situazione in Piemonte e Lombardia, oltre che in Calabria”.
Per tutelare gli allevatori italiani “occorre anche effettuare controlli serrati sulle importazioni di animali vivi dall’estero – prosegue la confederazione agricola – poiché la lingua blu è arrivata nelle regioni settentrionali probabilmente dal Nord Europa, dove la malattia sta dilagando. Importante in tale ottica l’utilizzo delle stalle di sosta, oltre all’uso di repellenti per gli insetti”. Nel 2023 le importazioni in quantità di ovini e bovini vivi sono aumentate del 16%, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat.