Venezia, 3 set. (askanews) – Applausi in sala al termine della proiezione e in conferenza stampa per “Queer”, regia di Luca Guadagnino, quarto film italiano in concorso alla 81^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, protagonista Daniel Craig nel ruolo di William Lee, alter ego di William Burroughs, Drew Starkey, il giovane amante Eugene Allerton, Lesley Manville, Jason Schwartzman, Andra Ursuta, Michael Borremans, David Lowery.
Il film è tratto dal romanzo omonimo di Burroughs, “Queer” scrittro tra il 1951 e il 1953, seguito di “Junky”, romanzo che racconta la dipendente dalla droga dell’autore di “Pasto nudo”, mentre “Queer” ripercorre la sua omosessualità e la fuga dagli Usa in Messico, dove lo scrittore potrà vivere, in liberà, le sue diverse dipendenze.
La storia è ambientata nel 1950. William Lee è un americano sulla soglia dei cinquanta espatriato a Città del Messico. Passa le sue giornate quasi del tutto da solo, se si escludono le poche relazioni con gli altri membri della piccola comunità americana. L’incontro con Eugene Allerton, un giovane studente appena arrivato in città, gli mostra per la prima volta la possibilità di stabilire finalmente una connessione intima con qualcuno.
Le scene omoerotiche non si erano ancora viste nel mainstream, la gioia è stata il punto di partenza da cui si è mosso Luca Guadagnino. “Ho letto il libro a 17 anni – ha detto il regista – allora volevo cambiare il mondo attraverso il cinema. Nel libro di Burroughs sono evidenziate le connessioni tra i protagonisti e l’idea di avventura da realizzare con chi si ama e volevo portare tutto questo sullo schermo, perché volevo che il pubblico alla fine sentisse e si domandasse chi siamo quando siamo da soli. Chi sei tu quando sei solo in quel letto con la sensazione di quello che senti per qualcuno.How can a man who sees and feels be other than sad?” si chiede William Burroughs nel suo diario personale l’ultima volta che vi scrive prima di morire.Nell’adattare il suo secondo romanzo, uscito quasi quarant’anni dopo che l’aveva scritto, abbiamo cercato di rispondere a questa invocazione pudica del grande iconoclasta della beat generation. La scelta di Daniel Craig è perché uno dei più grandi attori che abbiamo sul fatto che abbia interpretato James Bond, non possiamo conoscere i desideri più nascosti dell’agente 007″.