Rimini, 24 ago. (askanews) – “Credo che la cittadinanza non serva a integrare” ma è solo la “certificazione di un’integrazione avvenuta”. Quindi quello dello Ius Scholae “credo che sia un dibattito prettamente ideologico, ma non sia basato su una risposta da dare ai ragazzi di famiglie che vengono da altri paesi”. Lo ha detto il presidente della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, in una conferenza stampa al Meeting di Rimini.
“Mi domando quale diritto viene negato a un ragazzo o una ragazza minorenni proveniente da un Paese straniero con i genitori che non hanno la cittadinanza – ha detto Fedriga -. Fortunatamente e doverosamente non gli viene negato niente. Oggi l’Italia è il Paese che in Europa dà più cittadinanze. Il ragazzo a 18 anni può fare domanda di cittadinanza”.
“Sono assolutamente d’accordo sul fatto che dobbiamo accelerare un’organizzazione amministrativa che possa dare risposte più rapide al momento in cui uno fa domanda – ha aggiunto -. Oggi il dibattito sullo Ius Scholae non mi appassiona perché non penso che serva a integrare. Abbiamo purtroppo visto come ragazzi con la cittadinanza, magari di seconda generazione presenti nel nostro Paese, abbiamo fallito nell’integrazione. Quindi non c’entra nulla con la cittadinanza. Credo che sia un dibattito prettamente ideologico ma non sia basato su una risposta da dare ai ragazzi di famiglie che vengono da altri paesi”.