Chicago, 23 ago. (askanews) – La prima sera della convention democratica aveva scelto un tailleur color sabbia, ma per la sua apoteosi a Chicago Kamala Harris ha costruito un look che racconta una donna affidabile, una executive piena di tocchi femminili. Le donne di potere lo sanno, ogni dettaglio del loro abbigliamento sarà scrutato molto più che nei colleghi uomini, è un gioco di equilibrismi, bisogna proiettare un’immagine di sicurezza che però non sia troppo spavalda.
L’uniforme classica ormai accettata da tutte è il tailleur pantalone, che si rifà all’uomo di potere e non rischia di rivelare troppo. Ma le variazioni sono infinite. Harris per accettare la nomination a presidente degli Stati Uniti, prima donna nera e prima donna di origine indiana, ha scelto il blu scurissimo di un tailleur della casa francese Chloé, ma addolcito da un grande fiocco che chiude al collo la camicia di seta in tono, e dagli alti tacchi a spillo.
Se vincerà, il suo sarà il posto più potente al mondo. Da altre poltrone, però altre donne usano con successo il tailleur pantalone da molti anni: così Angela Merkel, sedici anni cancelliera della Germania, sempre in pantaloni neri e innumerevoli giacchette corte colorate. Molto simile l’uniforme di Ursula von der Leyen che ha da poco cominciato il suo secondo mandato alla guida della Commissione Europea. Le tedesche scelgono in genere scarpe basse. Mentre la premier italiana Giorgia Meloni predilige i tailleur chiari, le giacche lunghe, i pantaloni ampi e i tacchi.
Alla convention di Chicago, tante donne hanno scelto il bianco in platea e sul podio perché è il colore del movimento delle suffragette.
Un tailleur pantalone bianco fu anche la scelta di Hillary Clinton quando accettò la nomination democratica per la Casa Bianca nel 2016, anche lei contro Donald Trump. Vista la storia, Kamala Harris ha preferito cambiare colore.