Parigi, 2 ago. (askanews) – “La pugile algerina è nata donna, è stata registrata come donna, ha vissuto la sua vita come donna, ha praticato la box come pugile donna, non è un transgender. C’è stata molta confusione e si è detto che era un uomo che combatteva contro una donna, non è così, ed è una certezza scientifica. Su questo c’è consenso scientifico: non si tratta di un uomo che combatte contro una donna”. Lo ha detto il portavoce del CIO Mark Adams nel corso del briefing quotidiano, a proposito della vicenda di Imane Khelif, la pugile che ha combattuto con Angela Carini.
“Le regole per l’ammissione alle gare – ha aggiunto Adams citando lo statement ufficiale del Comitato olimpico – non possono essere cambiate nel corso di una manifestazione e ogni cambiamento delle regole deve seguire le procedure appropriate e deve essere basato su prove scientifiche. Il CIO ha la missione di proteggere i diritti civili di tutti gli atleti che partecipano ai Giochi olimpici”.
“Più in generale, c’è bisogno di un consenso politico più ampio su questo tema che non è un tema in bianco e nero. Noi del CIO saremmo molto felici di discutere di un consenso simile se un accordo fosse raggiunto” ha aggiunto Adams. “Ma questo per ora non è successo in generale nello sport. Ci sono molte donne con alti livelli di testosterone; l’idea che il testosterone sia l’ elemento cruciale non è corretta. Sono donne queste atlete? La risposta è sì, sulla base delle regole di competizione, del passaporto, della loro storia”.