Milano, 18 lug. (askanews) – L’intelligenza artificiale può essere una leva importante per la competitività dell’Europa ma il
suo sviluppo dipende dal quadro regolatorio di cui si doterà. E’ intorno a questi temi che si è sviluppato il confronto organizzato da Meta in collaborazione con l’Ispi a Palazzo Clerici a Milano alla presenza di rappresentanti di istituzioni, aziende e società civile. La discussione della terza policy breakfast della casa madre di Facebook, in media partnership con askanews, è partita dall’Ai Act approvato dall’Unione europea, proprio nelle stesse ore in cui la plenaria del Parlamento rieleggeva Ursula von der Leyen alla guida della Commissione.
Per Meta il quadro normativo non deve essere un limite all’innovazione ma bilanciare tutela dei cittadini e sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale, un tema quest’ultimo su cui le imprese già lavorano, come testimonia l’esperienza degli Innovation Labs di Leonardo.
“Sul fatto che l’AI sia utile in azienda è indubbio – ha detto Marina Geymonat, responsabile AI Lab Leonardo Laboratories –
Quello che noi facciamo è non soltanto sviluppare un AI che sia già fin d’ora coerente con le normative ma qualcosa in più. Bisogna fare un passo in più ed è quello di essere veramente utili alle persone e far capire loro che l’AI farà per le persone tutte le cose che noiose, ripetitive, pericolose, tutto quello che alle persone non piace fare, quindi sarà un aiuto, ma sta a noi progettare dei sistemi che siano veramente così, che non sostituiscano l’uomo ma lo supportino perché possa fare quello che è più nell’indole umana”.
Le persone sono al centro delle sfide poste dall’intelligenza artificiale, sfide che non riguardano solo l’approccio ai sistemi produttivi ma che sono prima di tutto culturali “Affrontare la transizione solo con il timore di non essere in grado di governarla non è utile e non è utile soprattutto per lo sviluppo economico del Paese – ha spiegato Alessandra Poggiani, direttrice generale Cineca – quindi bisogna formare professionalità specifiche per occupare le posizioni lavorative e professionali che si vengono a creare già adesso, ma anche di utenti, persone che possono utilizzare i sistemi nuovi in maniera consapevole. La sfida non è solo produttiva e organizzativa, ma è una sfida che a che fare anche con la ricerca e la formazione”.
Di formazione ha parlato Paolo Micozzi, dirigente sistemi informativi e statistica ministero dell’Università e della ricerca, per il quale la sfida è governare questa innovazione rendendola utile a tutti i cittadini: “Il Mur è uno dei ministeri che ha le più grandi banche dati. Noi abbiamo i dati di tutti gli studenti – ha detto Paolo Micozzi, dirigente sistemi informativi e statistica del Ministero dell’Università e della ricerca – Stiamo cercando di lavorare in sinergia con dei campioni nazionali di intelligenza artificiale per mettere a fattor comune questi dati strutturarli e cercare di interpretarli nella migliore delle forme. Un altro silos è quello di cercare di automatizzare, tramite l’intelligenza artificiale, tutte quelle attività routinarie. La regolamentazione è sicuramente un aspetto fondamentale, l’IA-Act in questo è importantissimo e traccia le linee guida credo che questo sia però il momento in cui mettere a terra questi progetti e cercare di renderli utili a tutto il paniere di possibili utilizzatori sia pubblici che privati”.
La chiarezza del quadro normativo è un elemento chiave per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, e di conseguenza della competitività del Paese. Ed è quello che si aspetta dal regolatore europeo Meta che per ora non lancerà in Europa la sua Intelligenza artificiale multimodale, una forma avanzata AI in grado di lavorare non solo input testuali ma su livelli diversi come immagini, video o audio. La stessa tecnologia inserita negli smart glasses Ray-Ban Meta sviluppati con Luxottica.