Asilo Savoia: il futuro del centro “Don Pino Puglisi” di Montespaccato è nelle mani delle istituzioni – askanews.it

Asilo Savoia: il futuro del centro “Don Pino Puglisi” di Montespaccato è nelle mani delle istituzioni

Monnanni: all’incontro di venerdì 5 luglio porteremo soluzioni e non problemi
Lug 3, 2024
Roma, 3 lug. – “Nessuno ci riporterà indietro”. È con questo obiettivo che si svolgerà venerdì 5 luglio alle ore 16,30 l’incontro promosso dall’azienda pubblica di servizi alla persona “Asilo Savoia” e dal “Gruppo Sportivo Montespaccato” presso il Centro “Don Pino Puglisi” di Via Stefano Vaj, 41, tornato, seppure per una quota di minoranza, nelle mani della famiglia Gambacurta, attraverso la quota del 15% della società veicolo “Olympus Sport Center” appartenente al figlio di Franco Gambacurta, lo “Zio Franco” condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione e di cui è stata revocata la confisca dalla Corte di Appello del Tribunale di Roma.
Pur nel rispetto dovuto alla sentenza, che peraltro ribadisce come, prima del sequestro, il controllo del centro sportivo fosse direttamente esercitato da Franco Gambacurta proprio attraverso il figlio Valerio, chiamato a svolgere le funzioni di direttore generale, l’Asilo Savoia ha già chiarito in maniera definitiva che i valori di “Talento & Tenacia” e l’intera storia di rinascita e di riscatto sociale e sportivo del Montespaccato Calcio non sono in alcun modo negoziabili rispetto ad ogni eventuale rapporto formale, anche indiretto o mediato da società, con la Famiglia Gambacurta.
“Non intendiamo però venire in alcun modo meno all’impegno assunto nel 2018 con i cittadini e le famiglie del Quartiere di Montespaccato su espressa richiesta della Regione Lazio e del Tribunale di Roma, all’indomani di ben 58 arresti, del sequestro del centro sportivo e della stessa società sportiva, oggi restituita alla legalità e divenuta un esempio positivo a livello nazionale ed europeo: per questo all’incontro di venerdì 5 luglio porteremo soluzioni e non problemi”. Così Massimiliano Monnanni, Presidente di Asilo Savoia.

“Quello che chiediamo – e che, prosegue, sulla base dei risultati ottenuti e dei 6 anni vissuti in prima linea tra ostacoli di ogni sorta, riteniamo di aver pieno diritto ad esigere in nome di un intero Quartiere – è un impegno tempestivo, concreto e misurabile da parte di tutte le istituzioni nazionali e locali perché, non solo sia assicurata la continuità di quanto realizzato finora, ma anzi si raddoppino le energie e gli sforzi comuni per fare ancora di più”.
“A chi pensa di rialzare la testa per tornare a un passato che, oltre ad essere stato oggetto di sentenze penali definitive, è definitivamente superato anche per buona parte della nostra comunità, occorre opporre la bellezza di uno Stato che funziona in tutte le sue articolazioni e che dimostra, concretamente e quotidianamente, che la legalità non è un concetto astratto e lontano, ma significa servizi per i più deboli, capacità di ascolto e di inclusione, accompagnamento delle giovani generazioni nel loro percorso di acquisizione e consapevolezza dei propri diritti di cittadinanza”.
La vera posta in gioco – prosegue Monnanni – non è quindi la prosecuzione o meno di una semplice, seppur lodevole, attività sportiva, ma piuttosto la credibilità delle istituzioni di fronte a una comunità che, dopo aver smarrito financo la speranza, è tornata a credere nel bene comune”.

“Per queste ragioni – conclude il Presidente di Asilo Savoia invitando tutte le istituzioni e tutti gli organi di informazione a partecipare all’incontro di venerdì 5 luglio – rinnoviamo l’appello alle istituzioni, a partire dalla Regione Lazio che nel 2018 ha chiesto ad Asilo Savoia di riportare a Montespaccato, come già avvenuto ad Ostia, un presidio strutturale di legalità, e da Roma Capitale che, appena un anno fa, con il voto unanime dell’Assemblea Capitolina, aveva chiesto alla Giunta Capitolina di formalizzare la propria adesione come socio sovventore del “Gruppo Sportivo Montespaccato” nell’ambito della campagna di azionariato popolare”.

“Quello che occorre, dopo le tantissime dichiarazioni di solidarietà pervenute a livello governativo, regionale e comunale e il forte richiamo rivolto dal Presidente della Conferenza Episcopale Italiana S.E. Matteo Maria Zuppi, che ha invitato i ragazzi del Montespaccato a resistere, è passare dalle parole ai fatti, assumendo impegni precisi e sottoscrivendo un vero e proprio “patto sociale” che oggi nell’emergenza serve a Montespaccato, ma che può, fin da ora, sulla base dell’esperienza pluriennale e dei risultati oggettivi conseguiti, rappresentare un modello di intervento replicabile in altri contesti urbani della nostra Città e della nostra Regione per prevenire il crescente disagio giovanile, riorientandolo verso un sistema valoriale in grado di superare la logica dell’indifferenza e dello sconfinamento nell’illegalità”.