Cagliari, 2 lug. (askanews) – Torna, per la terza edizione, il progetto Biodiversità in volo, promosso da Fondazione UNA – Uomo, Natura, Ambiente, che punta ad aumentare la consapevolezza sulle pratiche virtuose di gestione degli equilibri faunistici all’interno delle aree protette, in Italia e in Europa, studiando modelli di gestione diversi e funzionali. Punto di partenza per il 2024 il Parco Nazionale dell’Asinara, in provincia di Sassari.
“Un progetto che già nel titolo – ha detto ad askanews Renata Briano, presidente del Comitato scientifico di Fondazione UNA – racconta che cosa vogliamo fare, cioè raccontare al grande pubblico quanto sia importante la conservazione e la protezione della biodiversità, così importante per il nostro ambiente e anche nella lotta al bracconaggio, che è un’attività illegale che chiaramente contrasta la meravigliosa biodiversità, soprattutto faunistica, che abbiamo in Italia. Lavoriamo insieme a Federparchi e quest’anno c’è una grande novità perché metteremo a confronto due realtà di aree protette, una in Italia in particolare in Sardegna, siamo all’isola dell’Asinara e poi ci trasferiremo in Catalogna, in Spagna, quindi vedendo anche quelle che sono le diversità legislative all’interno dei parchi”.
L’idea di una gestione virtuosa del territorio e della fauna selvatica che lo popola, secondo criteri scientifici, è uno dei valori cardine di Fondazione UNA, che crede nell’importanza di un approccio razionale alla preservazione della biodiversità. “Qui gli animali – ha spiegato Giovanni Cubeddu, commissario straordinario del Parco Nazionale dell’Asinara – sono tutti quanti allo stato ferale, quindi proprio selvatico al massimo, però visto che esiste una normativa ben precisa sul benessere dell’animale anche rispetto alla fauna selvatica, o quantomeno inselvatichita, il parco ha una convenzione con un veterinario che periodicamente si reca sull’isola e fa delle visite prevalentemente a cavalli e asini”.
Dalla Sardegna poi lo sguardo di Fondazione UNA si è spostato a Barcellona, in particolare sui due parchi dell’area urbana: il Parc de la Serralada Litoral e il Parc Natural de Sant Llorenç del Munt i l’Obac, con l’intento di fare un confronto, nell’ambito delle attività di conservazione delle aree protette europee, tra due diversi modelli di gestione del patrimonio faunistico. “Sono 14 aree protette, che si stendono per più di 100 municipi – ci ha detto Xavier Roget Padrosa, della Rete dei Parchi della Provincia di Barcellona – che coprono più di 100.000 ettari. Queste diverse aree protette non distano mai più di di un’ora di macchina della città di Barcelona. E c’è un obiettivo fondamentale che è cercare un equilibrio, sempre difficile, tra la conservazione di un patrimonio naturale molto importante, di un patrimonio culturale anche molto importante e dell’uso sociale di questo territorio”.
Una pluralità di soggetti ed esperienze, quindi, che in qualche modo ricalcano la ricchezza e le differenze che ogni progetto dedicato alla biodiversità tiene in gran conto. Per arrivare a una maggiore consapevolezza della relazione tra gli uomini e l’ambiente.