Roma, 1 lug. (askanews) – Matteo Salvini esulta per il risultato del Rassemblement National in Francia e pensa a un grande gruppo sovranista al Parlamento europeo, Giorgia Meloni si congratula con Marine Le Pen ma senza sbilanciarsi e guarda con attenzione (se non con preoccupazione) alle mosse dell’alleato. Mentre il leader leghista festeggiava lo “straordinario risultato” di RN, la premier oggi ha fatto i suoi “complimenti” al Rassemblement National “per la netta affermazione”, sottolineando in particolare l’importanza del “venir meno” delle “vecchie barriere tra le forze alternative alla sinistra”. Per lei “il tentativo costante di demonizzare e di mettere all’angolo il popolo che non vota per le sinistre” è “un trucco” in cui “cadono sempre meno persone”.
Parole molto prudenti e del resto, viene fatto notare da chi le sta vicino, la presidente del Consiglio non può che rimanere ‘coperta’ – lasciando da parte il suo ruolo politico – in questo momento in cui la priorità è la trattativa con Ursula von der Leyen per un commissario italiano con deleghe di peso. I contatti sono in corso e si intensificheranno da qui al 18 luglio, giorno in cui l’Assemblea plenaria dell’Europarlamento dovrà votare la ‘fiducia’ alla presidente della Commissione designata (con l’astensione di Meloni in Consiglio europeo).
Von der Leyen sa che ha bisogno di una cinquantina di voti oltre quelli della sua maggioranza (Ppe-S&D-Renew) per essere al sicuro dai franchi tiratori e li cerca tra i Verdi – che ha incontrato oggi – e in parte di Ecr, la ‘casa’ dei Conservatori presieduta da Meloni. E proprio su questa necessità la presidente del Consiglio potrà giocare le sue carte migliori per strappare deleghe importanti, molto più difficilmente una vicepresidenza esecutiva.
Certo è che i movimenti nell’ala destra del Parlamento di Strasburgo rendono tutta la situazione fluida e difficile da leggere in questo momento. In primo luogo per l’affermazione della Le Pen, che in Europa fa parte del gruppo di Identità e democrazia, dove siedono anche i leghisti. Proprio per attendere il risultato del secondo turno delle legislative francesi l’assemblea costitutiva del gruppo Id è stata rinviata all’8 luglio. Il futuro di Id si intreccia con la mossa politica di Viktor Orban che ha presentato il gruppo dei “Patrioti d’Europa” che al momento vede la partecipazione oltre che di Fidesz anche dell’Fpo austriaco, del partito ceco Ano e forse dei portoghesi di Chega. Una ‘mossa’ che è vista “molto favorevolmente” da Salvini che vuole “allargare il più possibile il perimetro di un gruppo forte, patriottico, coeso e contrario a inciuci”. E per far questo l’iniziativa di Orban sembra “la strada giusta” al vice premier. Se si andasse a una nuova alleanza di destra, questa potrebbe costituire un polo di attrazione in grado di dar fastidio a Meloni ed Ecr. Orban ha già provato a ‘sfilarle’ i polacchi del Pis (20 eurodeputati) e se al momento l’assalto del leader ungherese sembra essere stato respinto, non è detto che sia così anche in futuro.
Dall’altro lato del centrodestra, Antonio Tajani lavora invece per avvicinare i Conservatori al Ppe. Per questo auspica che von der Leyen apra un confronto con Ecr “perché serve una maggioranza ampia e serve dare una risposta agli elettori”. Per quanto riguarda le elezioni francesi, per il ministro degli Esteri quel che conta è la “stabilità”: sicuramente se “il mio omologo apparterrà al partito della Le Pen, mi confronterò con lui. Ma aspettiamo il secondo turno. Il nostro interlocutore principale, Les Republicains, saranno decisivi”.
Cosa succederà si capirà nei prossimi giorni: le date clou al momento sono il 4 luglio (costituzione ufficiale dei gruppi); il turno di ballottaggio francese il 7 e la riunione di Id l’indomani.