Poggi del Sasso, 1 lug. (askanews) – Grande ed eclettica apertura sabato 29 e domenica 30 giugno per il primo week end Baccus di Amiata Piano Festival, con un prezioso sestetto cameristico d’occasione, guidato dai fondatori Maurizio Baglini e Silvia Chiesa, su musiche rare del Novecento per pianoforte, archi e percussioni. Abbiamo parlato con Maurizio Baglini, direttore artistico:
“È un’edizione che deve fare da preludio ala ventesima, stiamo scaldando il cuore nei confronti di quello che è stato lo sviluppo di un territorio. Direi che è nato prima il festival e poi tutto questo sviluppo. Tutto il restauro di quello che è stato il ripristino degli agriturismi e dell’integrazione tra il fattore autoctono e il fatto che potesse venire un pubblico internazionale è nato ed è stato sviluppato grazie alla fondazione Bertarelli, è una storia fra Claudio Tipa, Maria Tipa, Maria Elis Bertarelli e il sottoscritto che da musicista aveva il sogno di portare la musica in un luogo così remoto”.
È inoltre intervenuta Silvia Chiesa, artista residente: “È un programma molto interessante, si inizierà con una formazione classica con violino e pianoforte e poi violoncello-pianoforte, con brani di Strauss e Respighi. Poi una seconda parte che comprende questa trascrizione di Derevianco della sinfonia n 15 di ostakòvi , un pezzo immenso con una coloristica incredibile perché siamo in presenza di violino, violoncello e pianoforte. Si aggiungono tre percussionisti con tredici strumenti a percussione, quindi sentirete tantissime timbriche che devono riprodurre o riproporre il contenuto di tutti gli strumenti della sinfonia. Grande impegno per tutti e grande attenzione alla dinamica, al colore ed ai timbri degli strumenti”.
La grande musica torna dunque ad animare le notti campestri delle pendici amiatine per un turismo culturale sempre più consapevole e di qualità.