Roma, 27 giu., (askanews) William Marras Nash, scrittore emergente e autore del romanzo “Spektre: Fantasmi in Afghanistan”, ha sentito che era giunto il momento di dar voce a un “fuoco” che ardeva dentro di sé. Da una scrittura personale e intima, Nash è riuscito a trasformarsi in uno scrittore che ha catturato il cuore dei lettori. Tutto ha avuto inizio quando l’autore ha cominciato a mettere nero su bianco ciò che sentiva dentro, senza alcuna pretesa di diventare un professionista. La mia scrittura era per lo più un modo per esprimere pensieri e motivazioni personali. . Racconta l’autore. Tutto è cambiato quando si è dedicato a una piccola guida motivazionale ed un suo amico ha avuto l’opportunità di leggerne qualche pagina: da quel momento la voce ha iniziato piano piano a circolare, fino a quando un editore gli ha fatto una proposta per poterla pubblicare. Da quel momento, ha compreso che la scrittura poteva essere per lui più che un semplice sfogo o passatempo e questo l’ha portato a posare la penna per quasi tre anni. In questo periodo si appassiona alla mitologia e alla storia norrena, studia le Rune, la magia ed il potere nascosto in esse e infine scopre la figura di Bragi, Dio nordico della poesia, musica e della narrativa. “Da quel momento ho sentito come una connessione universale. In pochi giorni, nella mia mente hanno cominciato a scorrere fiumi di parole correlate a ciò che avevo intorno.” Il tutto ha preso una svolta inaspettata quando, poche settimane dopo, una chiacchierata con un parroco novarese si conclude con la richiesta di scrivere una storia basata su un evento realmente accaduto in Afghanistan nel 2010. La storia riguardava un gruppo di operatori che hanno salvato la vita a centinaia di bambini dalle grinfie del terrorismo in territorio afghano e a raccontargliela, sarebbe stato proprio uno dei protagonisti di questa vicenda. “Ho accettato subito la sfida senza pensarci due volte!” spiega. Dopo aver ascoltato e registrato il racconto, “La mano ha iniziato a viaggiare sulla carta quasi come in trance. Sapevo, grosso modo, cosa scrivevo ma non come. La notte lavoravo alle pagine ed il giorno seguente dovevo solo preoccuparmi di piccole correzioni.” Questo coinvolgimento totale, spiega l’autore, lo ha portato a sperimentare il mondo di cui stava scrivendo in modo così intenso da cambiare la sua vita quotidiana. Lo ha assorbito così profondamente che si è “trasformato” nel protagonista del suo romanzo arrivando a provare quasi le stesse emozioni. Si isolava di giorno, faceva i suoi incubi la notte svegliandosi di colpo, si è ridotto quasi al silenzio in casa rischiando di porre fine alla relazione con la sua compagna. “All’improvviso il mio sguardo si perdeva nel vuoto e nella mia mente comparivano immagini e correvo ad appuntarle su un block notes in forma di bozza poi, la notte, ecco che la mano partiva e quella bozza si trasformava in pagine e pagine emozionanti e sconvolgenti. L’amore e la guerra di cui ho scritto, dal vivo sono tutt’altra cosa ma io posso dire di aver come vissuto tutto ciò che ho impresso in quelle pagine, è stato come ricevere parte della memoria del protagonista. E’ una sorta di connessione con qualcosa di più grande me l’ha fatta trasformare in “SPEKTRE. Fantasmi in Afghanistan”.” Afferma William. Con questo romanzo ha vinto diversi concorsi con vincite in denaro e con questi, unendo gli sforzi con la moglie, hanno costruito tre dormitori per orfani in Tanzania che gli sono stati dedicati assegnandogli i loro nomi e l’ultimo premio ricevuto è il primo posto ad un concorso internazionale dedicato a Fedor Dostoevskij. Ma non si ferma qui. Ora sta lavorando alla seconda parte della storia, questa volta ambientata in Congo e sta funzionando esattamente come col primo. “Voglio dimostrare a me stesso di poter essere uno scrittore completo.” Ci spiega. William continua a scrivere sognando il giorno in cui i suoi lavori verranno adattati al cinema o serie tv, portando così le sue storie ad un pubblico ancor più ampio. “E’ già un’enorme soddisfazione quando incontro qualcuno che legge il mio libro in treno, in spiaggia o al parco. Ma l’idea di vedere decine e decine di persone in coda fuori da un cinema per vedere un film tratto da una mia opera mi eccita ancor di più. E’ la mia strada. “