È quanto emerge dall’Osservatorio Unobravo sui problemi del sonno in Italia, realizzato dal servizio di psicologia online per approfondire il tema e indagare il modo in cui l’insonnia e i disturbi del sonno rischiano di influire sul benessere psicologico delle persone. L’Osservatorio ha raccolto e analizzato i risultati relativi al test di screening gratuito e anonimo Insomnia Severity Index e le risposte raccolte attraverso un sondaggio condotto su un campione della base utenti di Unobravo per fornire una panoramica della situazione italiana. Risvegli precoci, stress e ansia: le difficoltà più frequenti. I problemi del sonno possono avere un impatto molto serio: secondo i risultati del test di screening sull’insonnia elaborati dall’Osservatorio Unobravo, il 62,4% degli italiani dichiara di subire ripercussioni nella vita quotidiana conseguenti a problematiche col sonno, con gravi riduzioni dell’efficienza diurna. Le difficoltà vanno oltre la fase dell’addormentamento: quasi un terzo delle persone (32,5%) manifesta difficoltà a rimanere addormentato, mentre la metà (55%) si trova a fare i conti con risvegli precoci che non consentono di dormire le ore necessarie a recuperare le energie per la giornata. Inoltre, stress e ansia caratterizzano le notti di oltre due terzi delle persone (68,3%).
Il lavoro – secondo l’Osservatorio Unobravo – rappresenta un fattore di disturbo del sonno per oltre tre quarti degli italiani (76,9%). Una problematica che non risparmia né chi lavora su turni, con il 43,1% che lamenta un’influenza considerevole del lavoro sul proprio riposo, né chi ha orari flessibili o esercita la professione come freelance: rispettivamente il 24,8% e il 24,2% di queste categorie attribuiscono un ruolo significativo alla sfera professionale in relazione alle difficoltà a dormire bene. A farne le spese sono soprattutto coloro che ricoprono un ruolo dirigenziale (come CEO, CFO, CTO): il 32,6% dei casi parla di un’influenza rilevante del proprio lavoro.
Molte persone ammettono infine di adottare comportamenti che rischiano di alterare i ritmi e portare a disturbi del sonno, come l’utilizzo di dispositivi elettronici prima di coricarsi. Una consuetudine che è propria del 35% degli intervistati da Unobravo, che dichiara di usare device come smartphone, PC o tablet immediatamente prima di andare a letto, tutti i giorni e per un tempo superiore ai 30 minuti. Solo il 2,2% afferma di non utilizzare dispositivi elettronici prima di dormire.