Bruxelles, 24 giu. (askanews) – Il voto europeo ha chiaramente avuto un vincitore, il Ppe, che deve perciò restare centrale nella distribuzione dei nuovi incarichi di vertice dell’Ue; i cittadini hanno detto ‘no’ a “una politica ambientalista fondamentalista”, quindi “i Verdi non possono stare nella futura maggioranza”; e il Ppe, i Socialisti e i Liberali devono semmai “guardare con maggiore attenzione ai Conservatori” nel Parlamento europeo. Lo ha affermato oggi a Lussemburgo il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani, parlando con la stampa a margine del consiglio esteri dell’Ue.
Tajani ha ribadito le posizioni del Ppe secondo cui vanno riconfermate Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione e Roberta Metsola a quella del Parlamento europeo. Inoltre, ha aggiunto il ministro degli Esteri, il nuovo presidente del Consiglio europeo non dovrà avere posizioni sull’immigrazione “non rispondenti alla posizione della maggioranza degli europei” e il nuovo Alto Rappresentante per la politica estera dovrà “guardare anche al Sud”. Due riferimenti che sembrano fatti apposta per ostacolare la designazione del candidato socialista, l’ex premier Antonio Costa per il Consiglio europeo, e quella della candidata liberale, la premier estone Kaja Kallas, come Alto Rappresentante.
“Intanto bisogna trovare l’accordo”, ha detto Tajani, riguardo ai negoziati sulle nuove nomine, in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì, a Bruxelles. “O l’accordo si trova a fine settimana, oppure non c’è la possibilità di individuare il presidente della Commissione da proporre al Parlamento, il presidente del Consiglio europeo e l’Alto Rappresentante”, e in questo caso “è chiaro che servirà altro tempo. Il confronto tra i capi di Stato e di governo è in corso, ci sono colloqui. Io ribadisco qual è la mia posizione: bisogna tener conto del risultato elettorale: questa è la democrazia. Lo voglio dire anche a tanti che fanno osservazioni a volte fuori luogo. E la democrazia ci ha detto che in Europa i cittadini hanno detto no a una politica ambientalista fondamentalista”.
“Quindi – ha indicato Tajani – io credo che i Verdi non possano stare nella futura maggioranza. E credo che Popolari, Liberali e Socialisti debbano guardare con maggiore attenzione ai Conservatori, perché questo è il risultato elettorale. Ovvio che il Partito popolare europeo sarà centrale. Noi ribadiamo la nostra posizione a favore di Ursula von der Leyen come presidente della commissione, e come presidente del Parlamento europeo di Roberta Metsola, che ha fatto benissimo, e credo che possa rimanere in carica a lungo”. Un riferimento al fatto che il Ppe vorrebbe confermare Metsola alla presidenza dell’Assemblea di Strasburgo anche dopo il rinnovo delle cariche di metà legislatura, tra due anni e mezzo.
“Per quanto riguarda la posizione di Alto Rappresentante – ha continuato Tajani -, bisogna avere un candidato che guardi anche al Sud; dobbiamo avere poi un presidente del Consiglio europeo che non abbia posizioni sulla immigrazione non rispondenti alla posizione della maggioranza degli europei, quindi non si può avere una posizione differente da quella degli accordi presi fino ad oggi”.
“Bisogna avere anche una posizione ferma nei confronti della Federazione russa, e non credo che il Partito socialista europeo possa avere un rappresentante alla guida del Consiglio europeo per due anni e mezzo (qui il riferimento è alla posizione del Ppe che vorrebbe per togliere ai Socialisti la presidenza del Consiglio europeo tra due anni e mezzo, a metà legislatura, ndr). Ritorno sempre al solito punto, il voto dei cittadini: il Partito popolare europeo è il primo partito in Europa, non si può pensare di non attribuirgli lo spazio politico che gli elettori hanno indicato”.
Tajani è passato quindi a parlare dei “contenuti” che dovrà avere la nuova maggioranza europea: “Né negazionismo, né fondamentalismo ambientalista, ma una posizione politica con un progetto di lotta al cambiamento climatico che sia parte della politica industriale e della politica agricola per i prossimi cinque anni”. E’ prima “una questione di contenuti, e poi, di conseguenza, di assegnazione degli incarichi”.
“Ripeto: il voto ha condannato le scelte di Frans Timmermans e di Greta Thunberg, quindi – ha sottolineato il leader di Forza Italia – bisogna porre rimedio a delle scelte che non hanno tenuto conto della questione sociale. Perché con scelte fondamentaliste si rischia di perdere decine e decine di migliaia di posti di lavoro all’interno dell’Unione europea, e questo non lo possiamo assolutamente permettere”.
A chi chiedeva se non ci sia il rischio che salti tutto, perché i Socialisti non accettano di avere la guida de Consiglio europeo ridotta a una durata di soli due anni e mezzo, ma la esigono per l’intera legislatura, Tajani ha replicato: “Bisogna sempre rispettare il voto. E il voto ha detto chiaramente che c’è un vincitore che si chiama Partito popolare europeo. Non si può pensare di ridurre il Ppe ai margini perché si vogliono occupare tanti posti”.
“Ricordo poi – ha aggiunto Tajani – che i patti vanno mantenuti. Quando io venni eletto nel 2017 presidente del Parlamento europeo, lo feci guidando una maggioranza Popolare-Liberali- Conservatori contro i Socialisti, che avevano deciso di non rispettare un patto firmato, perché pretendevano di avere ancora per due anni e mezzo la presidenza del Parlamento europeo” dopo la prima metà della legislatura, ma “vennero sconfitti”.
“Ricordo che c’è una regola fondamentale nelle relazioni internazionali: ‘pacta sunt servanda’, i patti vanno rispettati. In quel caso i Socialisti non rispettarono i patti, e questa fu una cosa veramente inaccettabile. Ecco, mi auguro che il Partito socialista rispetti i patti: non può pensare di avere tutto lo spazio che che vuole. Io dico soltanto che bisogna, in uno spirito di stabilità delle istituzioni, assegnare gli incarichi in base al risultato elettorale”.
“Ma ripeto: la cosa più importante – ha insistito Tajani – è la linea politica: una politica industriale, una politica agricola che siano impegnate nella lotta contro il cambiamento climatico, ma senza una visione fondamentalista, quindi con scelte pragmatiche che permettono anche di tutelare il lavoro, che per noi rappresenta una priorità. Perché le scelte fondamentaliste rischiano di far perdere decine e decine di migliaia di posti di lavoro in tutta Europa”.
Per quanto riguarda il prossimo commissario Ue italiano, alla domanda se il possibile candidato possa essere l’attuale ministro degli Affari europei, la Coesione e la gestione del Pnrr, Raffaele Fitto, Tajani ha risposto: “Dal punto di vista politico, ribadisco che l’Italia ha diritto ad avere un vicepresidente della Commissione europea con un portafogli di peso. Questo è quello che riteniamo sia giusto per la seconda manifattura d’Europa, per un paese fondatore, un paese che ha un governo stabile che durerà nei prossimi cinque anni. E anche per un equilibrio delle scelte in Europa, perché ci siano Nord, Sud, Est e Ovest” rappresentati “con parità di ruoli e di peso nei ruoli da occupare”.
“Non abbiamo fatto nomi all’interno del governo – ha riferito il ministro -, poi la sintesi la farà il presidente del Consiglio. Io credo che Raffaele Fitto sarebbe un eccellente commissario. Questo lo dico da sempre, perché conosce le istituzioni comunitarie, conosce i dossier e non ha bisogno di fare un corso quinquennale come capita spesso ai nuovi commissari a Bruxelles e a Strasburgo. Però è la mia opinione: non ne abbiamo parlato, non c’è stata alcuna decisione. Mentre credo invece che sia fondamentale insistere su linea politica, vicepresidenza e un portafogli importante per L’Italia. Ecco, questi sono tre elementi essenziali; poi la persona verrà individuata dal governo. Il presidente del Consiglio ascolterà e tirerà le somme”, ha concluso Tajani.