Firenze, 24 giu. (askanews) – Cantare fa bene. Non solo perché emoziona, rilassa e regala una preziosa carica di energia, ma anche perché le tecniche del canto implicano un training respiratorio che “allena” cuore e polmoni. Recenti ricerche dimostrano, infatti, che un attento lavoro su atti respiratori lenti e profondi e su contrazione e rilassamento del diaframma migliorano la performance fisica, la tolleranza allo sforzo e il benessere. E’ con questa consapevolezza che è nato il progetto “Cantando: il canto come training respiratorio per i bambini con cardiopatie congenite complesse”. L’iniziativa, promossa da Monasterio, è stata sostenuta dalla sua Fondazione Luigi Donato, con la collaborazione di Accademia del Maggio Musicale Fiorentino, Associazione Il Poggio ETS, Fondazione Science & Music, Istituto di Fisiologia Clinica del CNR e Aicca nazionale e Toscana (Associazione Italiana dei Cardiopatici Congeniti Adulti).
Il progetto, partito a marzo, si è articolato in 13 lezioni: un incontro a settimana all’Ospedale del Cuore e uno al mese all’Accademia del Maggio, a Firenze. Domenica 23 giugno la chiusura, con un concerto a Montecastelli (Pisa), sede dell’associazione Il Poggio.
Grazie a Cantando, 11 bambini e ragazzi con cardiopatia congenita complessa, tra i 6 e 16 anni, pazienti dell’Ospedale del Cuore di Monasterio a Massa, hanno avuto l’opportunità di frequentare un corso di canto tenuto dai maestri Paolo Biancalana ed Elia Orlando.
“Siamo orgogliosi di aver sostenuto il progetto Cantando. Da sempre – spiega Marco Torre, Direttore Generale di Monasterio – siamo impegnati nella umanizzazione delle cure, impegno ancor più importante quando il paziente è un bambino o una bambina.
“Il progetto Cantando – spiega Giulia, mamma di Federico, uno dei bimbi che ha partecipato al progetto -ha permesso loro di conoscere la magia del canto, di collaborare tra loro e crescere attraverso la musica”.