Roma, 24 giu. (askanews) – “Non intendiamo fare un passo indietro rispetto all’emendamento 13.6 al Ddl Sicurezza che propone di vietare le infiorescenze della canapa industriale e i prodotti da esse derivati. Continuiamo a ritenere inaccettabili, infatti, sia il richiamo pretestuoso in un disegno di legge più indicato per i blocchi stradali, sia i limiti imposti alla produzione di un comparto da 500 milioni di fatturato su base annua, con 30mila occupati in tutta Italia”. Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, in vista della conferenza stampa di domani, alla Camera dei deputati, organizzata dal vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali, Matteo Mauri, per discutere con le associazioni di settore le gravi implicazioni della misura.
Dando voce ai tanti timori espressi, sin da subito, dagli operatori della filiera canapicola industriale del Paese, Cia rilancia l’appello urgente alla salvaguardia del comparto, consapevole del rischio chiusura per migliaia di aziende agricole di un settore in continua espansione, con tassi di crescita importanti e un forte protagonismo, soprattutto tra l’imprenditoria giovanile. Una realtà che tra agricoltura, trasformazione, commercializzazione e logistica registra numeri importanti in termini di occupazione e volume d’affari, sempre più difficile da quantificare visto il grande potenziale produttivo.
“Siamo di fronte a un emendamento molto penalizzante per gli agricoltori che nel corso degli anni hanno investito in una cultura legale e ad alto valore aggiunto – commenta Fini – Sarebbero, dunque, pesantissime le ricadute su filiere agroindustriali di eccellenza come la cosmesi, il florovivaismo, gli integratori alimentari, l’erboristeria che nulla hanno a che fare con le sostanze stupefacenti”.
Nel dettaglio, non è ammissibile, per Cia, il coinvolgimento di migliaia di imprenditori agricoli in un disegno di legge governativo che si occupa di sicurezza, tra blocchi stradali e castrazione chimica. E come se non bastasse, nel Ddl in questione potrebbero esserci ulteriori restrizioni anche nel vietare il simbolo grafico della pianta di canapa, di fatto bloccando le pubblicità dedicate ai prodotti industriali e artigianali di eccellenza come per la bioedilizia, il tessile e la cosmesi. Al punto da considerare, quindi, promozione di sostanze stupefacenti, il disegno della foglia stilizzata presente sulle camicette, ma anche su dopobarba e bagnoschiuma o sui mattoni di canapa calce per le costruzioni.
Non trascurabili, infine, le ripercussioni economiche dell’emendamento al Ddl Sicurezza, sulle imprese floricole di produzione della canapa, così come già segnalato al sottosegretario Patrizio La Pietra, dall’Associazione Florovivaisti Italiani-Cia. “Lavoriamo insieme per valorizzare, e non affossare, un prodotto che è alla base di filiere di eccellenza del Made in Italy agroindustriale -conclude Fini- mettendo al bando ogni posizione puramente ideologica sul settore”.