Roma, 21 giu. (askanews) – La riforma dell’autonomia differenziata “mina il principio di unità e indivisibilità della Repubblica, sancito dall’articolo 5 della Costituzione e trasforma radicalmente la forma di Stato in un modello competitivo e conflittuale, in cui ogni sorta di dumping diventerà regola”. Lo afferma il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in un’intervista a la Repubblica.
“Pochi si sono accorti che a valle di questo processo, le Regioni, senza il controllo dello Stato, potranno disporre solamente con una legge regionale ‘intese tra loro per migliorare l’esercizio delle proprie funzioni, anche con individuazione di organi comuni’, come recita l’articolo 117 della Carta. Questo prelude alla costituzione di macroregioni di fatto. Siamo di fronte all’inizio di una sorta di secessione mite di cui non tutti hanno piena consapevolezza. Questa legge pone le basi per la sistematica violazione del principio di uguaglianza tra enti e tra cittadini. Queste violazioni costituzionali impatterrano sulle aree più depresse del nostro Paese”, spiega il governatore.
“La riforma definisce solo l’individuazione dei Lep e non anche il finanziamento degli stessi. Ma il vero problema è la devoluzione immediata delle materie che non hanno Lep; si tratta di 9 materie con 181 funzioni che incidono in maniera profonda nell’organizzazione amministrativa. Per queste materie si cristallizza la spesa storica che al sud è di gran lunga inferiore a quella del nord. A questo quadro desolante si aggiunge la norma della legge che prevede la possibilità che le regioni trattengano parte della fiscalità generale oggi di spettanza dello Stato centrale. E il 40% per cento del gettito fiscale nazionale sta solo nelle tre Regioni del nord che chiedono l’autonomia. Venuto meno il principio solidaristico che i più ricchi aiutano i più poveri attraverso la fiscalità nazionale, viene meno l’Unità della Nazione”, spiega Emiliano.