Milano, 20 giu. (askanews) – Limitazione della zona di imbottigliamento per Barolo e Barbaresco (che per legge deve coincidere con la zona di vinificazione) e utilizzo delle bottiglie di grande formato (superiori ai 6 litri e sino a 18 litri) anche per la vendita per il Barbaresco. Sono queste le uniche due proposte di modifica dei Disciplinari di Barolo e Barbaresco che hanno raggiunto il quorum dopo che nel gennaio scorso il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani le aveva formalmente presentate alla base produttiva.
Vignaioli che invece hanno di fatto “bocciato” le altre novità che il Cda guidato dall’ex presidente Matteo Ascheri aveva valutato di introdurre: interscambiabilità e reciprocità tra le zone per la vinificazione e l’imbottigliamento, aggiunta delle menzioni comunali per la Denominazione Barbaresco e, soprattutto, eliminazione del divieto di impiantare vigneti di Nebbiolo nei versanti collinari esposti a Nord. Un tema, quest’ultimo, che aveva fatto immediatamente discutere i produttori, più propensi invece a mettere la parola fine alla possibilità di imbottigliare il Barolo sfuso all’estero. E così è stato.
La soglia per il via libera dei produttori era la rappresentanza di almeno il 66 % della superficie totale dei vigneti iscritti alla Denominazione e almeno il 51% della produzione media imbottigliata nell’ultimo biennio. La limitazione della zona di imbottigliamento ha ottenuto il 71,15% per la superficie e il 67,92% per l’imbottigliamento, mentre l’uso dei grandi formati ha raggiunto il 67,22& per la superficie e il 65,23% per l’imbottigliamento.
Ora l’iter legislativo proseguirà per rendere attuative le due modifiche nei rispettivi Disciplinari.