Roma, 20 giu. (askanews) – “E’ l’inizio di un nuovo capitolo di questa consiliatura, del mio mandato come segretaria generale. Abbiamo cominciato i nostri lavori con un minuto di silenzio per ricordare Michele Schiavone, ed è stato un momento commovente che ci ha dato la marcia in più nel ricordo della sua generosità a trovare strade nuove, di unità e di ambizione per tutto il Consiglio. Quindi penso che il nostro desiderio per questo nuovo capitolo del Cgie è che sia un segnale di partenza per tutti i nostri connazionali all’estero che possono raggiungere le nostre rappresentanze con fiducia perché siamo là per unire le forze a fare sentire la nostra voce tutti insieme”.
Con queste parole la neosegretaria generale del Consiglio generale degli italiani all’estero Maria Chiara Prodi illustra ad askanews i temi del suo mandato e le priorità del Cgie: dalla legge sulla cittadinanza, alle facilitazioni sui documenti per gli italiani all’estero, fino al tema della rappresentanza e del peso della comunità italiana che vive oltreconfine.
“Vogliamo intervenire da subito su alcuni temi che sono centrali: dalla legge sulla cittadinanza alle questioni dei servizi consolari, su cui abbiamo avuto una riunione animata. Se i nostri connazionali sono in sofferenza perché non hanno i loro documenti e ricordiamo che all’estero non è come in Italia che serve per viaggiare, all’estero serve un documento di identità per vivere, quindi è una necessità estrema, e a queste necessità bisogna dare una risposta anche nella serenità degli operatori e dei funzionari e dei nostri consoli e tutto il corpo diplomatico-consolare. Si tratta di mettersi attorno a un tavolo e di studiare la strategia per riuscire a rendere più efficiente il sistema, per non andare a discapito dei connazionali”.
“E poi ci sono i temi di attualità in questi giorni si parla di premierato, una legge su cui gli italiani all’estero a un certo punto, come accade in Italia, si trovano un riflettore puntato addosso e si scopre che esistono, questo riflettore cercheremo di farlo avere sempre sulla nostra presenza all’estero, perché siamo semplicemente il 10% della popolazione nazionale e quindi dobbiamo contare ed essere nel corpo della nostra Repubblica tutti insieme come è giusto che sia”.