Roma, 20 giu. (askanews) – La maggior parte delle 808 start-up innovative della Bioeconomia censite nel 2023, diffuse lungo tutta la penisola, è concentrata nel settore della R&S (45%), seguita dall’agri-food (25%). Infatti, la filiera agro-alimentare riveste un ruolo chiave nel complesso della Bioeconomia, pesando oltre il 76% in Spagna e Francia, il 63% circa in Italia ed il 61% in Germania, ed è sempre più protagonista del percorso di transizione verso una maggiore sostenibilità dei processi.
E’ quanto emerge dal decimo rapporto “La Bioeconomia in Europa”, redatto dal Research Department di Intesa Sanpaolo in collaborazione con il Cluster SPRING e Assobiotec – Federchimica. A questa edizione del rapporto ha contribuito anche Cosmetica Italia (Federchimica).
Rilevante è anche l’attività brevettuale dedicata alla filiera agro-alimentare, dove l’Italia figura come settimo brevettatore a livello mondiale, con una quota e un grado di specializzazione in netto rafforzamento negli ultimi anni, grazie alla presenza di un sistema innovativo ampio e diversificato che include imprese di altri settori, in primis la meccanica ma anche la farmaceutica e la chimica.
Le imprese italiane dell’alimentare spiccano anche, nel confronto con le imprese tedesche, francesi e spagnole, per l’attenzione rivolta alle innovazioni per la sostenibilità: riduzione dei consumi di materiali e idrici (20% delle rispondenti), recupero di scarti e di acqua (circa il 21%), sostituzione di materiali inquinanti o pericolosi (25%) e riduzione dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo o acustico (20,8%).