Roma, 19 giu. (askanews) – Che sulla sicurezza dei luoghi di lavoro si possa fare di più, non vi è dubbio. Che ogni morto sul lavoro è una sconfitta per tutti, è altrettanto indubbio. Ma solo recentemente si è visto qualche intervento concreto. E la percezione comune che la sicurezza sul lavoro sia una questione riservata principalmente alle attività con grandi rischi fisici, come l’industria pesante o le costruzioni, è errata. Anche nel settore pubblico, la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori è un tema cruciale, come evidenziato dai dati forniti dall’INAIL riguardo agli infortuni e alle malattie professionali tra i dipendenti pubblici: nel quinquennio 2018-2022, il numero di denunce di infortunio nel settore pubblico è aumentato del 14,1% rispetto al 2018 e del 35,1% rispetto al 2021. Le denunce di infortunio hanno mostrato un incremento significativo con 33.118 casi segnalati nel 2022. Oltre il 75% degli infortuni denunciati tra i dipendenti pubblici sono avvenuti “in occasione di lavoro”, dimostrando che anche le attività lavorative apparentemente meno rischiose possono comportare incidenti significativi. La media annuale delle persone che perdono la vita nel settore della PA – Conto Stato è di 133, e di queste, circa il 60% in occasione del lavoro, escludendo quindi i casi di infortunio in itinere (uso del mezzo di trasporto nel tragitto casa-lavoro). Da stime dell’INAIL, il danno economico causato da infortuni e malattie professionali è pari a circa 48 miliardi di euro, ovvero più del 3% del PIL, come ha evidenziato in una nota l’Avv. Stefano Fiorini partner del Public Institutions Legal Consultants PILC, di Dubai, commentando l’ennesimo episodio di infortunio sul lavoro.
Dati che per l’Avv. Fiorini devono far riflettere soprattutto perchè le amministrazioni pubbliche devono adottare misure preventive e interventi mirati per garantire un ambiente di lavoro sicuro per tutti i loro dipendenti, promuovendo una cultura della sicurezza che abbracci tutti i settori lavorativi. In questo contesto Fiorini definisce “stonata” l’iniziativa portata avanti dalla Consip con l’ultimo bando di gara relativo alla fornitura di servizi di “Salute e Sicurezza sul Lavoro. La suddivisione in lotti è stata definita secondo criteri specifici per favorire la partecipazione delle micro, piccole e medie imprese, con l’obiettivo di integrare i servizi in modo da soddisfare al meglio le esigenze di acquisto delle Pubbliche Amministrazioni. Secondo Fiorini Consip ha così, più o meno coscientemente, discriminato i Lavoratori Pubblici, ledendo dunque Diritti Costituzionalmente garantiti alla Salute e Sicurezza sul Lavoro creando un Gruppo di Lavoratori A – Totalmente Garantito – ed un Gruppo di Lavoratori B – privati delle stesse tutele. Il riferimento è al limite di adesione all’AQ per le sole Amministrazioni, che contraddice costituzionalmente il diritto di ciascuna amministrazione pubblica (e, di conseguenza di ogni lavoratore) di godere di equo trattamento, mentre in altre situazioni le PA di piccole dimensioni non vengono escluse, ma gestite in Lotti specifici. Inoltre non ponendo limiti ai lotti aggiudicabili da ciascun concorrente è venuta meno proprio la ratio sottostante alla scelta di suddividere l’appalto in lotti ovvero quella di favorire la massima partecipazione ed in particolare, quella delle micro, piccole e medie imprese.