Roma, 19 giu. (askanews) – “La telemedicina è uno tra gli strumenti importanti per garantire il diritto alla salute e concorrere a innovare i modelli organizzativi del nostro Servizio Sanitario Nazionale. Le linee guida sulla telemedicina sono chiare sui vantaggi che essa deve produrre: assicurare l’equità di accesso alle cure anche nelle aree interne e migliorare la presa in carico delle persone con patologie croniche. Può anche contribuire alla semplificazione organizzativa per i pazienti, ad esempio nell’accesso ai centri prescrittori dell’innovazione farmacologica e allo snellimento di procedure burocratiche per i professionisti sanitari”, lo ha detto questa mattina Sabrina Nardi, consigliere di Salutequità, intervenuta a Largo Chigi, il format di The Watcher Post. “I dati ci dicono che 4 mln e mezzo di italiani hanno rinunciato a curarsi nel 2023 e tra le prime motivazioni troviamo lo scoraggiamento per la lunghezza delle liste di attesa. Le nostre proposte per garantire equità attraverso la digital health sono: individuare un livello essenziale di assistenza digitale, inserire la telemedicina nei Lea, rileggere i Pdta introducendo gli strumenti di telemedicina e, infine, misurare gli esiti della telemedicina”.