Roma, 12 giu. (askanews) – “La moratoria sui prestiti per le aziende agricole che hanno subito riduzioni del volume d’affari, prevista nel cosiddetto ‘DL Agricoltura’, è una misura positiva e utile per dare ossigeno alle migliaia di produttori alle prese con gli effetti della congiuntura economica negativa e degli eventi climatici estremi; la bontà della misura, però, andrà verificata sul piano concreto, dal momento che non vi possono accedere le aziende con crediti già classificati deteriorati e che, soprattutto, gli istituti di credito dovranno fare le proprie valutazioni sull’accettazione o meno della proposta di moratoria”. Lo evidenzia in una nota il presidente della Copagri Tommaso Battista, ricordando che proprio questo tema era stato sollevato dalla Confederazione in occasione di una recente audizione parlamentare sul provvedimento.
“Accogliamo quindi con grande soddisfazione l’appello alla cautela avanzato dal vicedirettore generale vicario dell’Associazione Bancaria Italiana-ABI Gianfranco Torriero, rimarcando la necessità di un’attenta attività di vigilanza, perché se da un lato l’accettazione della moratoria proposta da un’azienda non incide di per sé stessa sulla valutazione che le singole banche effettuano sul livello di solvibilità del debitore, nulla vieta che i medesimi istituti possano poi classificare i crediti oggetto di estensione della moratoria come ‘forborne’, ossia come crediti su cui esistono ‘concessioni’ riguardanti modifiche nei tempi e nelle modalità di rimborso rispetto alle condizioni contrattuali originarie”, prosegue Battista.
“Al contrario, il passaggio da crediti ‘in bonis’ a ‘forborne’ deve avvenire non solo e non tanto per effetto della presenza della moratoria, ma deve essere la risultante di una valutazione effettuata dalla banca circa la possibilità effettiva dell’impresa debitrice di rimborsare i prestiti ricevuti”, spiega il presidente, chiarendo che “con il passaggio di un credito a ‘forborne’, la banca valuta che il prestito sia rimborsabile solo ricorrendo a strumenti di recupero del credito, quali l’attivazione di eventuali garanzie presenti”.
“Senza attività di sorveglianza sugli istituti bancari ricorre, pertanto, il rischio che la misura possa essere meno appetibile per le numerose aziende agricole che già scontano notevoli difficoltà di accesso al credito e che ritengono quindi preferibile scongiurare un peggioramento del loro rating; un ragionamento analogo vale anche per la possibile segnalazione alla Centrale dei Rischi, per scongiurare la quale sarà quindi fondamentale una attenta attività di vigilanza da parte della Banca d’Italia, finalizzata a scongiurare il pericolo che dalla mera richiesta di moratoria l’azienda possa essere identificata quale ‘cattivo pagatore'”, conclude Battista, facendo appello al governo e ai neoeletti europarlamentari affinché “si attivino per intervenire sulle criticità di alcune regole della vigilanza bancaria, che rischiano di risultare vessatorie per numerose aziende agricole già in difficoltà”.