Siccità, in Sicilia niente grano e foraggio nelle basse Madonie – askanews.it

Siccità, in Sicilia niente grano e foraggio nelle basse Madonie

Centinaia di ettari brulli, aziende a rischio chiusura
Giu 12, 2024

Roma, 12 giu. (askanews) – Non ci sarà nessun raccolto di grano né di foraggio per gli animali nelle basse Madonie, in Sicilia, dove a causa della fortissima siccità le mietitrebbie resteranno ferme. I campi di questa zona sono stati infatti tra i più colpiti dalla siccità. Centinaia e centinaia di ettari quasi totalmente brulli. Anche quelli dedicati ai foraggi e i pascoli naturali, un durissimo colpo anche per la zootecnia.

“Dalle zone di Alimena e Bompietro e in genere dalle Madonie – racconta Camillo Pugliesi, presidente della Cia Sicilia Occidentale – provengono alcuni tra i migliori grani duri siciliani, anche biologici, ma la quasi totale assenza di pioggia ha avuto la meglio. Quest’anno non c’è raccolto, neanche di foraggi, a fronte invece di tutte le spese affrontate dai produttori. Spese tra l’altro lievitate parecchio rispetto agli altri anni. Nessuno può permettersi di non incassare un euro dopo averne spesi a migliaia, serve un intervento di sostegno immediato. C’è il serio rischio di chiusura di tante aziende e di perdita di un ricchissimo patrimonio cerealicolo e zootecnico”.

Tra i cereali, quelle poche spighe che sono riuscite a spuntare sono letteralmente vuote, non vale quindi la pena trebbiare: “avremmo dovuto avere piante anche alte un metro – spiega Rosario La Tona, responsabile del Centro di assistenza agricola di Bompietro – e invece arrivano a malapena a 30 centimetri e quelle poche spighe spuntate sono vuote. È un disastro, è un prodotto che non può essere nemmeno trebbiato”.

“Questo areale – aggiunge Vincenzo Valenti, referente Cia Basse Madonie – è stato particolarmente colpito dalla siccità dopo il gravissimo incendio dell’estate scorsa che ha devastato centinaia di aziende, una catastrofe dopo l’altra. La maggiore criticità al momento riguarda il comparto zootecnico, rischiamo di perdere un patrimonio costruito negli anni e che già ora sarà difficile da ricostruire”.