Milano, 11 giu. (askanews) – Sono under 35, ricercatori universitari, manager, consulenti e giovani imprenditori di start up del food, esperti di agricoltura e di cambiamento climatico; vengono dai cinque Continenti e sono stati selezionati tra oltre 350 candidati provenienti da 90 Paesi, per incontrare 10 aziende top del food italiano e per confrontarsi con le sfide della sostenibilità e di un mondo sospeso tra obesità e malnutrizione.
Questi gli ingredienti del Food talent camp, organizzato da Unione italiana food, in collaborazione con European institute of innovation for sustainability e Ifad – United Nations international fund for agricultural development, che, dal 4 all’8 giugno ha messo attorno allo stesso tavolo giovani talenti da tutto il mondo, aziende simbolo del made in Italy e istituzioni, nel cuore della Food Valley italiana. Una settimana di studio assieme agli imprenditori di Bauli, Barilla, Colussi, Crédit Agricole Italia, Froneri, Lactalis, Menz&Gasser, Perfetti Van Melle, Sammontana Italia e Unilever, in un momento di confronto con giovani talenti che, in alcuni casi, provengono da culture alimentari distanti da quella italiana.
“Unionfood, Eiis e Ifad hanno facilitato la partecipazione di giovani talenti provenienti da diverse parti del mondo per una completa immersione nell’arte italiana della preparazione culinaria, al fine di promuovere un confronto costruttivo su questioni di rilevanza globale – ha dichiarato Carlo Alberto Pratesi, presidente di Eiis – Da un lato, tale iniziativa permette di esporre ai giovani partecipanti il valore distintivo del Made in Italy nel settore alimentare; dall’altro, si pone come un’opportunità di scambio reciproco, in quanto favorisce un dialogo aperto e inclusivo, finalizzato alla condivisione di conoscenze e prospettive”.
Durante la settimana, offerta dalle aziende, i giovani hanno esplorato le molteplici sfaccettature dello sviluppo del settore agroalimentare in Italia, mettendo a sistema le loro competenze multiculturali e diverse esperienze. Al centro del dibattito temi come i paradossi del sistema alimentare, gli impatti sociali e ambientali del cibo, i percorsi strategici delle aziende verso la sostenibilità. E ancora, come accelerare la trasformazione, analizzare gli impatti e come inventare e implementare il cambiamento. In particolare, hanno affrontato le strategie e gli strumenti innovativi adottati nel percorso delle aziende verso la sostenibilità, con una mentalità critica e un’attenzione alle opportunità future.
“Dal dialogo con le nuove generazioni dipende il futuro del made in Italy alimentare – ha dichiarato Mario Piccialuti, direttore generale di Unione italiana food – Ed è un dialogo a due vie, dove la condivisione di esperienze consolidate si unisce alla freschezza e alla vitalità delle nuove proposte. Per i giovani talenti opportunità di crescita, networking, consulenza imprenditoriale. Per le aziende la possibilità di guardarsi in un modo diverso e accogliere punti di vista e idee innovative”.
È proprio sul tema dell’innovazione che è intervenuto il viceministro del ministero dell’Ambiente, Vannia Gava nel suo messaggio di saluto: “L’innovazione è la chiave per affrontare le sfide del cambiamento climatico – ha dichiarato – Il comparto agroalimentare è un settore trainante per la crescita economica e proprio l’innovazione e la sostenibilità rappresentano la leva fondamentale per consolidare l’esperienza e la qualità del Made in Italy”. Il Food talent camp di giugno consolida l’ambizione di Unionfood di creare un hub di eccellenza sui temi dell’innovazione per la sostenibilità per l’intero settore agroalimentare.