Torino, 10 giu. (askanews) – Le previsioni della vigilia davano Alberto Cirio sicuro vincitore delle elezioni regionali in Piemonte, eppure la sua conferma per un secondo mandato alla guida della regione subalpina (con il 56%), visti i precedenti da quando esiste l’elezione diretta (2000), non era affatto scontata. Un paradosso sottolineato dallo stesso governatore, dopo avere ricevuto nel pomeriggio la telefonata della sua sfidante di centrosinistra, Gianna Pentenero (arrivata al 33%), che ammetteva la sconfitta.
“Sono orgoglioso perché siamo riusciti a confermare un governo. In Piemonte non era naturale se pensiamo a chi mi ha preceduto, tutte persone di valore come Bresso, Chiamparino e Cota, furono eletti in un primo mandato, ma non vennero mai confermati. La conferma diciamo che in Piemonte non era usuale e non era abituale” ha infatti commentato da Alba, nel Cuneese, dove ha atteso che il risultato si consolidasse.
Cinque anni fa, ha ricordato, per me “fu straordinario diventare governatore della mia Regione, ma arrivavo da Bruxelles, nuovo nel contesto torinese e piemontese e tanti non mi conoscevano. Oggi, dopo cinque anni, essere confermato vuol dire che ti hanno scelto vedendo pregi e difetti, come ciascuno di noi ha, però questo mi responsabilizza moltissimo e domani saremo in ufficio a lavorare per il Piemonte”, ha aggiunto indicando le liste d’attesa nella sanità e il lavoro come priorità assolute.
La vittoria l’ha poi dedicata a Silvio Berlusconi, scomparso un anno fa, del quale ha ricordato la telefonata che puntualmente arrivava da Arcore: “Mi manca a livello umano ed emotivo, prima ancora che politico”, così come la sua capacità di tenere unito il centrodestra che adotta come modello. “Noi siamo una coalizione politica, non aritmetica” e questa è “la differenza tra noi e il presunto campo largo del centrosinistra, dove si cerca di fare stare insieme le cose per prendere più voti degli altri e vincere”, ha detto lanciando una frecciata a Pentenero.
La sua principale avversaria, d’altra parte, si è detta comunque “soddisfatta” per il risultato, considerando che ha tenuto la supremazia del centrosinistra nella roccaforte Torino città e ha avuto solo 90 giorni per promuovere la sua candidatura. Sono “orgogliosa del lavoro che è stato svolto perché i dati ad ora in nostro possesso” dicono “che il Pd ha tenuto e ha tenuto bene, ha saputo dimostrare il proprio radicamento”, ha aggiunto.
Nessun rimpianto dunque per il mancato accordo con il M5s la cui candidata, Sarah Disabato, ha ammesso che si aspettava “un risultato migliore” del 7,7% ottenuto. “Noi – ha osservato il segretario regionale dei dem, Domenico Rossi – abbiamo fatto di tutto” per tenere insieme il campo largo, ma i grillini hanno “scommesso su uno scenario che non si è verificato, cioè di massimizzare una corsa in solitaria, invece ancora una volta è emerso che gli elettori premiano chi dimostra di saper stare insieme”.