Roma, 26 mag. (askanews) – Più frecce nel bersaglio, quello che il Laboratorio management e sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa costruisce ogni anno e che sintetizza i punti di forza e di debolezza del sistema sanitario della Toscana.
Da questi dati risulta che la sanità toscana è migliorata nel 2023 rispetto all’anno precedente, con indicatori stabili o in crescita superiori per numero a quanto era accaduto nel 2022. Sopratutto migliorano valori importanti e pesanti e indicatori che da sempre erano stato critici.
Certo le difficoltà non mancano, a cominciare dal problema della risorse stanziate, della sostenibilità del sistema sanitario pubblico universalistico, dall’innovazione organizzativa da mettere in campo per rispondere ai bisogni sanitari mutati di una popolazione cambiata e che cambierà nella sua composizione demografica. E ancora liste di attesa e appropriatezza dei percorsi con l’obiettivo di organizzare e programmare quelli giusti e con minori colli di bottiglia e meno passaggi difficoltosi, a partire da anziani e malati cronici. Detto questo circa due terzi dei 235 indicatori sono migliorati o si sono mantenuti stabili. E in ogni caso tanti sono quelli che mostrano performance buone o ottimali.
Si accorciano ad esempio i tempi di intervento nel caso di frattura al femore, dove l’essere più veloci e tempestivi accresce la probabilità di pieno recupero, anche nel caso di soggetti anziani. Le percentuali di interventi realizzati nei primissimi giorni, entro il target ottimale, superano per la prima volta l’80 per cento. Per rimanere sulla qualità e sicurezza delle cure, nel complesso appare positiva la gestione del rischio clinico e buono e stabile il dato sulle dimissioni volontarie da ricovero a livello regionale. (Segue)