Milano, (askanews) – Le principali big tech del mondo – Amazon, Apple, Facebook, Google, Microsoft e Nvidia – emettono complessivamente più Co2 della Repubblica Ceca (130,1 milioni di tonnellate) e consumano più energia di paesi come Belgio o Cile (91 milioni di MWh). Nonostante gli sforzi di queste aziende, il trend è destinato a peggiorare nei prossimi anni anche a causa della diffusione dell’Intelligenza Artificiale, che per migliorarsi ed essere usata ha bisogno di una sempre più crescente quantità di energia.
Sono queste le principali novità contenute all’interno del Terzo rapporto 2024 dell’Osservatorio Esg Big Tech di Karma Metrix, società che misura, compara e migliora l’impatto sull’ambiente dei siti web e che, per l’occasione, ha analizzato gli ultimi bilanci di sostenibilità dei sei colossi tecnologici americani per capire il loro impatto sull’ambiente e delineare gli scenari futuri della sostenibilità del digitale. L’osservatorio viene sempre fatto prima del 5 giugno, giornata mondiale del Pianeta.
Ale Agostini, amministratore di Karmametrix.com, spiega che “quest’anno di nuovo l’osservatorio è ESG Big Tech ha mostrato sia un aumento del consumo energetico di queste grandi aziende – considerate che sei aziende hanno il consumo energetico pari al 37° paese al mondo – sia l’aumento delle loro emissioni queste sei aziende, queste sei big-tech emettono come il cinquantesimo paese al mondo. Quindi per dare un riferimento emettono più della Repubblica Ceca in termini di emissioni di CO2 quindi I dati che ci mostrano all’osservatorio è di nuovo un aumento dell’energia necessaria per far girare il digitale e l’intelligenza artificiale ed un aumento delle emissioni”.
“Negli ultimi tre anni – prosegue Agostini – è iniziata a nascere l’intelligenza artificiale, infatti si vede già dell’ultimo anno che le tre aziende che aumentano di più in termini di fabbisogno energetico e di emissioni di CO2 sono proprio Microsoft Meta e Nvidia. Queste sono le tre aziende che nell’ultimo nell’ultimo periodo hanno più investito sull’intelligenza artificiale e sulle loro infrastrutture e questo ha portato a maggiori consumi di energia e anche a maggiori emissioni di CO2”.
“Il consumo idrico per chi gestisce Data Center un tema molto importante. In particolare Google che è il principale produttore di server ed è del principale detentore di web server al mondo ha un consumo idrico molto importante che dal bilancio di sostenibilità è un consumo idrico che potrebbe essere soddisfare il fabbisogno idrico annuale di circa 24 milioni di persone”. “Tutte queste aziende stanno mostrando delle azioni e delle dichiarazioni per migliorare, tuttavia c’è ancora molto da fare sia da parte di queste Big Tech sia da parte delle singole aziende che utilizzano questi servizi, che hanno dei siti, che hanno dei Data Center e che quindi possono interrogarsi non solo sull’efficienza dei Data Center ma anche sulla sostenibilità e il suo consumo energetico e sull’impatto per il cambiamento climatico”.
“Quello che ci aspettiamo per il futuro – osserva l’esperto – è che tutte le aziende che iniziano a misurare la sostenibilità digitale dei loro asset tecnologici: che sia un Data Center, che sia un sito web importante, che siano le email interne, le aziende devono cominciare a porsi la domanda quanta CO2 emettono i propri asset digitali, come posso essere più efficiente. Quali sono le leve su cui ogni singola azienda può fare il suo lavoro per la lotta al cambiamento climatico. Quando si parla di intelligenza artificiale le istituzioni dovrebbero anche porre l’accento su quello che è il fabbisogno energetico delle dell’intelligenza artificiale e l’impatto sul clima”, conclude Agostini.