Bariano (Bergamo), 17 mag. (askanews) – Far vivere la memoria e far conoscere il pensiero di Luigi Veronelli, padre indiscusso della critica enologica e gastronomica italiana, figura chiave per la crescita della cultura materiale nel nostro Paese. Questo l’obbiettivo de “Il Veronelli”, spazio permanente che raccoglie in un’ala dell’ex Convento dei Neveri a Bariano (Bergamo) il cuore del patrimonio culturale dell’intellettuale anarchico milanese scomparso vent’anni fa a 78 anni.
Due piani, più il sottoterra, di questo grande quanto sorprendente complesso storico (sovrapposizione di costruzioni che partono dall’epoca romana) riportato alla vita dalla famiglia Suardi attraverso una ristrutturazione durata dieci anni, raccolgono e offrono in esposizione una selezione ragionata di documentazione cartacea e mediatica per conoscere il suo approccio e metodo di lavoro. Mettono a disposizione la sua biblioteca con circa 6.500 volumi sull’enogastronomia e la civiltà contadina, e offrono una fedele riproduzione del suo studio, e nella sua incredibile cantina con 12mila bottiglie: ricostruita come l’originale della sua casa a Bergamo alta, che di bottiglie era arrivata a contenerne 70mila. E poi una sala assaggi, dove “ascoltare i vini” circondati dai suoi scritti sulla degustazione, e una caffetteria con i disegni realizzati per Alessi, i pannelli con nomi e menu dei ristoranti che parteciparono al campionato gastronomico lombardo ideato con Gianni Brera negli anni Sessanta, e le ricette di alcuni suoi cocktail.
Eredità viva e innovativa di questo editore, scrittore e giornalista, messa insieme a partire dai materiali che erano stati raccolti per la mostra “Camminare la terra” inaugurata per il decennale dalla morte. Un lascito profondo e vasto: in circa cinquant’anni di lavoro si contano sei testate di sua fondazione e/o direzione, collaborazioni stabili con quattro quotidiani e 12 periodici, una settantina di libri a partire da “I vini d’Italia”, primo inventario moderno del patrimonio vinicolo italiano datato 1961. Poi due enciclopedie, cataloghi e guide, tra cui la “Guida Oro I Vini di Veronelli” pubblicata ancora oggi dal Seminario Permanente che porta il suo nome e che lui fondò per promuovere cibo e vino come fatti di cultura. Ma non c’è solo la scrittura perché nel 1960 esordì in tivù, ampliando la sua notorietà con trasmissioni come “A tavola alle 7” dove con l’indimenticabile Ave Ninchi introduce la prima sfida tra cuochi amatoriali del piccolo schermo, e “Viaggio sentimentale nell’Italia dei vini”, interessantissimo reportage attraverso i quali documenta il (difficile) mondo contadino, con particolare attenzione alla viticultura.
Il senso e il peso delle riflessioni di Veronelli, della sua critica, delle sue battaglie in difesa della terra e delle persone che la lavorano e trasformano i suoi frutti, si ritrova nella stima che ancora oggi hanno per lui vignaioli, agricoltori, produttori, ristoratori e artigiani di tutta Italia. Parlando di qualità, competenza e responsabilità, e informando e formando un consumatore critico, consapevole ed esigente, Veronelli ha contribuito in maniera determinante a riconoscere il valore e la validità delle loro rivendicazioni, contribuendo alla (ri)nascita del vino e delle produzioni agroalimentari.
“Le intuizioni di Veronelli hanno marcato il miglior destino del comparto vitivinicolo italiano dal secondo Novecento in poi” ha spiegato Gian Arturo Rota, braccio destro del giornalista e responsabile di questo nuovo spazio, che nasce “per continuare la sistemazione organica dei suoi materiali (iniziata nel 2010) e per mantenerne viva una memoria non solo celebrativa ma trampolino per agire secondo due dei suoi ‘must’: ‘fare nuovo’ e ‘festeggiare la vita’”. Un luogo che “vuole offrire spunti di riflessione, avvicinare a una visione del mondo, mostrare che l’opera veronelliana è di forte attualità: proprio per ciò, si propone di essere sia un luogo animato da eventi, sia aperto a studenti, studiosi e appassionati interessati ad approfondire la conoscenza di Veronelli e, attraverso di lui, della cultura enogastronomica e materiale italiana”.