Roma, 16 mag. (askanews) – “Una lettera mi ha sollecitato a non rinchiudermi in quella che è stata definita la torre d’avorio del Rettorato: venendo, ho visto un cartello che sostanzialmente mi chiedeva cosa penso di quanto avviene a Gaza. Non voglio lasciare questa domanda senza risposta: ciò che penso di quel che avviene a Gaza l’ho detto pubblicamente e non in circostanze fortuite o informali ma in occasioni pienamente significative, come nell’intervento che ho fatto otto giorni fa all’assemblea generale dell’Onu o con la lettera che l’altro ieri ho inviato al presidente della Repubblica di Israele”.
Intervenendo alla ‘Giornata del laureato’, la cerimonia con cui si premiano gli studenti più meritevoli della Sapienza, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha risposto agli studenti universitari romani che, come i colleghi di diversi atenei in Italia e all’estero, protestano per quel che definiscono il “genocidio” palestinese ad opera di Israele e che ieri, in una lettera aperta, avevano invitato il presidente della Repubblica a raggiungerli al loro presidio “per avere finalmente quel confronto con le istituzioni che da tanto tempo ormai chiediamo”. “La condizione della questione della pace in Medio Oriente, del diritto all’esistenza in sicurezza di Israele e del diritto dei palestinesi di avere uno Stato in cui riconoscersi è una questione che la comunità internazionale avverte con grande preoccupazione e non da oggi, e non soltanto da quando l’assassinio di tante persone inermi da parte di Hamas” lo scorso 7 ottobre, “ha innescato una spirale di spaventosa violenza”, ha premesso Mattarella.
Il punto è che “tutto quel che riguarda la dignità delle persone, di ogni persona, la loro libertà, l’esigenza di rispettare il diritto umanitario – ha spiegato il Capo dello Stato -, è indicato nella nostra Costituzione, ed è quindi doveroso per la Repubblica italiana. Questo vale in ogni direzione, questo criterio vale per Gaza, per il popolo palestinese, con migliaia di vittime, molti orfani, un gran numero di persone senza casa”, ma “vale”, ha sottolineato Mattarella, anche “per i ragazzi e le ragazze uccise e stuprate mentre ascoltavano musica ad un rave il 7 ottobre dello scorso anno in Israele, vale anche per i bambini sgozzati in quei giorni”, così come per diritti umani violati in “Iran e Afghanistan”.
“Per la nostra Repubblica – ha sottolineato Mattarella – tutte le violazioni dei diritti umano vanno denunciate e contrastate: tutte, ovunque, sempre – ha scandito il Capo dello Stato -, perchè la dignità umana, la rivendicazione della libertà, la condanna della sopraffazione, il rifiuto della brutale violenza, non cambiano valore a seconda dei territori, a seconda dei confini tra gli Stati o delle relazioni internazionali”.
Mattarella ha poi parlato più in dettaglio della situazione delle proteste pro-Gaza nelle università, criticando implicitamente i tentativi di boicottare gli accordi di ricerca con gli atenei israeliani ma non risparmiando nemmeno critiche a quanti vorrebbero ‘zittire’ le proteste. “Le università sono la sede del libero dibattito, della libertà di critica. Talvolta anche del dissenso dal potere, sempre in collegamento al di sopra dei confini degli Stati, con gli atenei di ogni parte del mondo. La libertà, la pace, i diritti umani – ha sottolineato Mattarella – passano attraverso il dialogo, il confronto, attraverso la libera circolazione del loro valore, contro la violenza e contro l’odio che diffondendosi conducono a esiti raccapriccianti. Il potere, quello peggiore, desidera che le Università del loro Paese siano isolate, senza rapporti né collaborazioni con le Università di altri Paesi, perché questa condizione consente al peggiore dei poteri di controllare le Università, di comprimerne il livello culturale, di impedire il suo grido e la sua spinta di libertà”.
Per questo, ha concluso il Capo dello Stato, “ribadisco l’auspicio del dialogo in ogni ambito nel nostro Paese, tra le diverse componenti sociali e le istituzioni e nell’ambito accademico tra le varie componenti dell’Università nel reciproco rispetto, perché in questo rispetto risiede la libertà”.