Roma, 15 mag. (askanews) – Un’ampia coalizione di partner da tutta Europa ha unito le forze per dare il via oggi al secondo anno della campagna #PlantHealth4Life, che mira ad aumentare la consapevolezza dei legami tra la salute delle piante e la nostra vita, sollecitando l’azione dei cittadini per proteggere la salute delle piante. La campagna è condotta dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), dalla Commissione europea (CE) e da 22 Paesi europei.
#PlantHealth4Life mira a rendere la collettività consapevole dei rischi per la salute delle piante e del ruolo che ognuno di noi può svolgere per proteggerle. #PlantHealth4Life è una campagna pluriennale e multinazionale sviluppata su richiesta della Commissione europea e basata su un’analisi approfondita delle percezioni e dei comportamenti in materia di salute delle piante in tutta l’UE. Quest’anno la campagna coinvolge 21 Stati membri e un Paese candidato all’adesione all’UE, raddoppiando la portata rispetto all’anno precedente: Belgio, Cechia, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria e Montenegro.
“La salute delle piante ha un impatto non solo sull’ambiente, sull’economia e sulla catena alimentare europea, ma anche sul nostro presente e sul nostro futuro: mantenendo le piante in salute, proteggiamo la vita”, spiega in una nota Tobin Robinson, capo dell’unità Piante dell’EFSA, che presenterà la campagna al simposio “Plant Health Without Borders” che è organizzato dalla presidenza belga del Consiglio dell’UE e si svolge oggi a Bruxelles.
“Cittadini europei consapevoli e forniti di informazioni accurate sulla salute delle piante possono contribuire a proteggere e preservare la nostra biodiversità – ha detto Claire Bury, vicedirettrice generale per la Sostenibilità alimentare della DG SANTE – La salute delle piante è una priorità per la Commissione europea nell’ambito dell’approccio One Health. Facendo capire alle persone come sia essenziale non importare organismi nocivi nell’Unione europea e fornendo loro le conoscenze necessarie per intraprendere azioni adeguate, possiamo fare la differenza”.