Roma, 15 mag. (askanews) – Confedercontribuenti ha incaricato immediatamente i propri legali di fare ricorso contro l’emendamento Giorgetti sul Superbonus, dopo il voto di ieri sera in Commissione Finanze al Senato. “È un atto dovuto – commenta in una nota il presidente della Confederazione Nazionale delle Imprese e dei Contribuenti, Carmelo Finocchiaro – la politica ha deciso di fare fallire 10.000 aziende, ma noi ci opporremo con tutte le nostre forze. Siamo pronti a portare questa battaglia anche di fronte alla Corte Costituzionale, se sarà necessario. Gli italiani non si devono lasciar ingannare da questi partiti che hanno deciso di distruggere la piccola e media impresa”.
Confedercontribuenti concorda sul fatto che sul Superbonus sia necessario “mettere in chiaro la situazione”. “Lo ha chiesto lo stesso ministro Giorgetti – prosegue Finocchiaro – ma dovrebbe essere il primo a fare chiarezza. Il debito pubblico italiano a marzo ha toccato i 2.900 miliardi di euro. A settembre 2022, subito prima che si insediasse il governo Meloni, era di 2.742 miliardi. Da quando questo governo è in carica, quindi, è cresciuto di circa 160 miliardi di euro. Il ministro Giorgetti sta cercando di scaricare tutta la colpa sul Superbonus, eppure egli stesso ha ammesso che l’incentivo avrà un impatto di 30 miliardi l’anno, per i prossimi quattro anni. Forse il Ministro dovrebbe cercare altrove le cause del debito pubblico. Anche perché l’unica soluzione che ha saputo escogitare è una ‘norma fallisci-imprese’ che manderà sul lastrico centinaia di migliaia di famiglie”.
“In questa crociata, Giorgetti – prosegue il Presidente di Confedercontribuenti, – è riuscito a ricondurre all’ordine Tajani, offrendogli il contentino della Sugar Tax. Bugiardi senza ritegno: la misura è stata rinviata solo fino a gennaio prossimo. Anche Renzi sembra quasi aspettasse un’occasione per legittimarsi agli occhi della premier Meloni. Una vergogna nella vergogna. Ma l’Italia, che un tempo era patria del Diritto, adesso è diventato il Paese della violazione costante della Costituzione”.
A questo proposito, il presidente della Confederazione Nazionale delle Imprese e dei Contribuenti rivolge un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, affinché “rimandi al Parlamento una norma palesemente incostituzionale, dal momento che ripartisce in maniera retroattiva la detraibilità dei crediti. In caso contrario – conclude Finocchiaro, – depositeremo il nostro ricorso il giorno stesso in cui la norma diventerà esecutiva”.