Roma, 13 mag. (askanews) – Nell’intervista all’avvocato Massimo Navach alcune importanti considerazioni e preziosi consigli sulla gestione delle domande per le pensioni di invalidità. Quali sono le criticità e come inoltrare l’eventuale ricorso.
Secondo l’ISTAT nell’ultimo anno sono state poco meno di un milione le pensioni di invalidità erogate in Italia. Un numero che secondo i recenti rilevamenti rappresenta un trend in continua crescita.
“È in continua crescita per un semplice motivo, primo perché c’è come sappiamo benissimo l’invecchiamento della popolazione. E l’altro problema grosso è che viene visto anche come un ammortizzatore sociale” spiega l’avvocato Massimo Navach. Domande che seppure in forte aumento vengono respinte con sempre maggior frequenza. “Questo numero così alto di rifiuti è dovuto ad una serie di fattori. Il primo è dovuto al fatto che per l’elevato numero delle domande le commissioni non analizzano in maniera puntuale, in maniera specifica tutta la documentazione che viene presentata dalle parti, ma si limitano a fare un esame quanto meno superficiale. Un altro punto è che le domande di richiesta di pensione dell’assegno di indennità di accompagnamento molte volte sono incomplete” continua il legale. Esiti negativi che comportano la necessità di agire subito attraverso un ricorso: “dal momento in cui viene notificato il verbale di rifiuto di rigetto all’assistito, all’invalido, lo stesso ha sei mesi di tempo a pena di decadenza; si deve recare presso un studio legale per fare ricorso, l’ATP (Accertamento Tecnico Preventivo) che prevede che venga nominato un consulente tecnico di ufficio (CTU) il quale accerti se le patologie che l’assistito ha sono consone alla richiesta che viene fatta all’interno dell’ATP”.
Per questo diventa fondamentale farsi assistere da realtà capaci di mettere in campo scelte e strategie efficaci. “Lo studio competente deve in primis fare uno screening della documentazione medica, se manca determinata documentazione è lo studio che deve indicare alla parte, al proprio cliente, di sottoporsi a determinati accertamenti, determinate visite mediche”.
Ricorso spesso necessario anche in sede di revisione delle invalidità civili, anche in questo ambito infatti sono molti i casi di chi vede revocata la propria pensione: “il mio consiglio è sempre di recarsi presso uno studio che sia competente perché anche in questo caso bisogna produrre documentazione tale che attesti che le patologie per le quali è affetto l’invalido sono le stesse di cui era affetto al momento in cui godeva della prestazione” conclude Navach.