Da giovedì al Teatro La Fenice in scena “Don Giovanni” di Mozart – askanews.it

Da giovedì al Teatro La Fenice in scena “Don Giovanni” di Mozart

Regia Damiano Michieletto e direzione musicale di Robert Treviño
Mag 13, 2024
Venezia, 13 mag. (askanews) – Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart torna sul palcoscenico del Teatro La Fenice, nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2023-2024. Il dramma giocoso in due atti composto dal salisburghese sul libretto di Lorenzo Da Ponte sarà in scena nel pluripremiato allestimento che vinse nel 2011 un Premio Abbiati (per le scene e i costumi) e ben cinque Opera Award assegnati a Damiano Michieletto per la regia, Paolo Fantin per le scene, Carla Teti per i costumi, e all’intero allestimento come miglior spettacolo della stagione 2010.

La regia di questa produzione ripresa da Eleonora Gravagnola , con Robert Treviño alla guida di Orchestra e Coro del Teatro La Fenice, vede impegnato un doppio cast composto da Markus Werba e Alessio Arduini, Zuzana Markova e Desirée Rancatore, Francesco Demuro e Leonardo Cortellazzi, Gianluca Buratto, Francesca Dotto e Carmela Remigi, Alex Esposito e Roberto de Candia, William Corrò e Lodovico Filippo Ravizza, Lucrezia Drei e Laura Ulloa. Nove le recite previste: 16, 17, 18, 19, 21, 22, 23, 24, 25 maggio 2024.

Secondo capolavoro della cosiddetta trilogia su testi di Lorenzo Da Ponte (comprendente anche Le nozze di Figaro e Così fan tutte), Don Giovanni fu presentato da Mozart al pubblico di Praga il 29 ottobre 1787; l’impresario del Nationaltheater gli aveva chiesto un nuovo lavoro dopo il successo praghese delle Nozze di Figaro, con una particolare raccomandazione riguardo al ruolo da destinare al baritono Luigi Bassi, acclamato interprete di Figaro. Mozart lavorò alacremente tra marzo e ottobre, e l’opera andò in scena con grande successo, rinnovando l’entusiasmo dell’amato pubblico praghese.

Non senza una sfida implicita al cronologicamente vicinissimo Don Giovanni Tenorio ossia Il convitato di pietra di Bertati e Gazzaniga, presentato al San Moisè di Venezia nel febbraio 1787, il Don Giovanni di Mozart e Da Ponte raccoglie un soggetto di antica frequentazione letteraria (vedi Tirso de Molina, Molière, Goldoni), che però ai tempi di Mozart stava ricadendo al rango, suo originario, dell’intrattenimento teatrale popolare. Grazie soprattutto alle scelte del compositore, sovente aperte a sublimi altezze paragonabili solo a pagine del Requiem e della Zauberflöte, Mozart e Da Ponte elevarono il soggetto di derivazione popolare a una sfera tragico-simbolica che di frequente irrompe nell’impianto comico-giocoso settecentesco a liquidare le paludate distinzioni di genere del classicismo razionalista anticipando valori preromantici quali l’ironia tragica e il senso del grottesco (compresenza di comico e serio) come cifra esistenziale.