Gorizia, 29 apr. (askanews) – “Se non c’è il cessate il fuoco e l’appello non viene raccolto, è motivo di ulteriore sofferenza e il fuoco produce altro fuoco”. Così il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, oggi a Gorizia sui drammatici sviluppi della guerra in Medio Oriente. Parlando a margine di una lectio magistralis al Dipartimento di scienze diplomatiche, Zuppi ha fatto presente che “anche in tante altre parti del mondo non c’è pace”. “Alcune guerre ci preoccupano e riguardano ancora più direttamente. Ma dobbiamo pensare che ci riguardano tutte le guerre, anche quelle che sembrano più distanti e circoscritte. Sono sempre davvero dei pezzi della guerra mondiale. Ci preoccupano molto e dobbiamo davvero continuare a fare di tutto per arrivare alla pace. Ecco perché il Papa chiede il cessate il fuoco con tanta insistenza”. Parlando ai futuri diplomatici, il presidente della Cei ha insistito dicendo che bisogna “potenziare la diplomazia, credere nella diplomazia, che non è soltanto pasticcini e perdita di tempo, ma è ciò che può permettere l’identificazione degli strumenti tali da risolvere i conflitti che ci sono e ci saranno non con la logica del più forte o con quella delle armi, che è temibile, oltre che inaccettabile e non risolve mai i conflitti, ma li peggiora, ma con il diritto”. “C’è bisogno di tanta diplomazia e anche di diplomazia umanitaria: di quelli che si occupano di umanitario, che tendenzialmente dovrebbero essere tutti, perché non siamo isole, possano aiutare la diplomazia, cioè a intendersi, costruire ponti, imparare un linguaggio comune, a conoscersi”.