Salerno, 21 apr. (askanews) – La poesia è un impegno sociale, un trapasso faticoso, un agguato che tace. Nel tempo, la poesia di Maria Pagano ha imparato ad ascoltare, a osservare l’invisibile, a seguire le tracce; la poesia è l’unica creatura che resiste a tutto e che non si arrende. È in uscita “Siamo ancora in tempo”, l’ultima raccolta di versi dell’autrice salernitana; un nuovo viaggio, un richiamo urgente e necessario.
Nel corso di questa nuova avventura, la Pagano interroga il cielo, abbraccia e difende la Terra, nuota senza sosta tra i corpi di un mare che ha cambiato colore.
“Durante la ‘traversata’ – ha spiegato l’autrice – non mi sono mai smarrita, più volte sorretta dalla poesia, mi sono fatta coraggio: e ho guardato fino in fondo il male. I poeti non saranno mai ciechi! Scrivere è sperimentare, è lasciarsi condurre nei sottosuoli dell’anima anche quando si ha paura, scrivere è farsi spazio tra i labirinti lessicali del tempo, interrogarsi abbracciando il dubbio. Durante il mio peregrinare, quante cose ho veduto: donne che cercavano la quiete nel buio degli amori malati, boschi arsi insieme agli animali, mascherine senza il carnevale in tutto il mondo… bombe utilizzate come nei videogiochi”.
“Siamo ancora in tempo”, sono 138 poesie di flussi metafisici distratti di un terzo tempo sospeso… Rievocazioni naturali, oniriche, confessioni sussurrate, altre solo immaginate, tutte apocalitticamente intimorite dal Potere.
Il libro non è una domanda, né una certezza, è la fotografia dello stato di questo tempo. Tutti vogliono cambiare il mondo e nessuno ci riesce e, quando ci provano, chissà perché, lo peggiorano, lo sventrano. Le nostre anime ammaccate respirano pece, sono violente, dannate, non sperano più.
“Per fermare il ripetersi del fallimento umano – ha concluso la poetessa – Madrepoesia una notte mi ha suggerito: fidati del cane e non del padrone, svegliati autonomamente senza aspettare il bacio del principe, ascolta chi è nato nel posto indifeso, vivi nella luce dell’attiva partecipazione, seppellisci per sempre con ogni zolla terrestre la maledetta, inutile guerra. Ed io l’ho ascoltata”.