New York, 20 apr. (askanews) – È morto Maxwell Azzarello, l’uomo di 37 anni che si è dato fuoco a Manhattan davanti al tribunale dove è in corso il processo a Donald Trump. Un gesto estremo per quello che secondo gli amici era una persona gentile, trascinata nel vortice della paranoia. Nei giorni scorsi aveva scritto e pubblicato su internet un manifesto con toni cospirazionisti. Era arrivato dalla Florida pochi giorni fa.
Le drammatiche immagini sono state riprese delle reti televisive che da giorni stazionano davanti al tribunale, suscitando sgomento, anche perché le fiamme hanno consumato tutti gli abiti, e anche quando sembravano spente dagli estintori, a più riprese l’ossigeno dell’aria le ha ravvivate: Azzarello si era rovesciato addosso una tanica di benzina.
Prima di darsi fuoco l’uomo ha lanciato in aria degli opuscoli, con il link a una lettera pubblicata su Substack in cui diceva “Questo atto estremo di protesta è per attirare l’attenzione su una scoperta urgente : Siamo vittime di una truffa totalitaria e il nostro stesso governo sta per colpirci con un apocalittico colpo di Stato mondiale fascista”.
Joseph Kenny, del New York Police Department, ha detto in una conferenza stampa: “Questi volantini sembrano basati sulla propaganda, di tipo cospirazionista, con delle informazioni su schemi di investimento fasulli e il fatto che alcune delle nostre scuole locali sarebbero facciate per la mafia”.
In questi giorni il tribunale dove si svolge il processo penale contro Trump è stato preso d’assalto, tra fanatici, giornalisti che stazionano nella piazza ore intere e guardie pronte a intervenire. Maxwell Azzarello, però, non era pro o contro Trump; la sua personale battaglia era contro il governo di qualunque colore e i suoi alleati.
La portavoce della Casa Bianca, Karin Jean-Pierre, l’ha definita “una notizia molto triste”.