Roma, 18 apr. (askanews) – “La lotta contro il dissesto idrogeologico è una delle sfide più pressanti che la nostra società deve affrontare. In un’era segnata da cambiamenti climatici inesorabili, che intensificano la frequenza e la severità degli eventi estremi, la nostra missione di proteggere il territorio assume un’urgenza ancora maggiore. La sicurezza delle comunità, la salvaguardia del patrimonio culturale e la resilienza delle infrastrutture dipendono dalla nostra capacità di anticipare, prevenire e mitigare efficacemente il rischio idrogeologico. Per riuscire nell’impresa, però, è necessario intraprendere alcuni passi semplici e chiari. La realtà ci induce innanzitutto a concepire una nuova progettazione di opere idrauliche in grado di rispondere adeguatamente ai cambiamenti delle tipologie di eventi, quali ad esempio le bombe d’acqua. Inoltre, è necessario intervenire con estrema efficacia sui tempi di realizzazione delle opere che, secondo tutti gli indicatori, in Italia richiedono anni. Oltre tutto questi ritardi comportano l’utilizzo, rispetto a quelle già destinate, di numerose risorse aggiuntive da parte dello Stato con erogazione derivante dai vari decreti aiuti, anche a causa dell’aumento dei prezzi che sempre si determinano quando un’opera non viene realizzata in tempo utile. E’ necessario definire processi semplificati per l’esecuzione delle manutenzioni ordinarie e straordinarie, da autorizzare attraverso protocolli standard. Infine, servono imprese altamente qualificate e specializzate, dal momento che ogni intervento ha un impatto sulla sicurezza dei territori e dei cittadini”.
Lo ribadisce Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI, in occasione della Giornata Nazionale della Prevenzione e Mitigazione del Rischio Idrogeologico, promossa a Roma dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri e il Consiglio Nazionale dei Geologi.