Roma, 17 apr. (askanews) – “Con un fabbisogno di 356.500 lavoratori il Lazio è la seconda regione italiana, dopo la Lombardia che, nel prossimo quinquennio, esprimerà più richiesta di nuovi addetti per sostenere produzione e crescita economica. Il segnale incoraggiante arriva dal Rapporto Excelsior realizzato da Unioncamere, in collaborazione con il Ministero del Lavoro, sulle Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2024-2028) recentemente pubblicato. Il Lazio si conferma quindi una regione dinamica, a vocazione fortemente industriale dove poter investire, in un periodo storico segnato, in positivo, dalle attese legate ai grandi eventi, ad iniziare dal Giubileo 2025”. Così, in una nota, Enrico Coppotelli, segretario generale della Cisl del Lazio.
“Ovviamente, il fabbisogno di lavoro nel periodo esaminato è il risultato di un mix tra la crescita della domanda di lavoratori (71.600mila) e la sostituzione di quelli che andranno in pensione (quasi 285mila unità). La quota più rilevante delle offerte di lavoro riguarderanno profili ad alta specializzazione come dirigenti e tecnici per circa 170mila addetti, pari al 48% del totale. Seguono figure impiegatizie e professioni nel commercio e nei servizi per il 32% delle richieste (112mila lavoratori circa). Infine, la domanda di operai specializzati e conduttori di impianti riguarderà il 12% delle richieste per un totale di circa 44mila figure professionali. I dati espressi dal report confermano che il Lazio è una regione a vocazione produttiva ed è fortemente lanciata verso una crescita significativa trainata sia dai grandi eventi sia da attività legate alla sanità e servizi collegati, alla crescita dei settori ad alta intensità tecnologica, la transizione verde, la filiera del commercio e del turismo. A noi, come sindacato, il compito di sostenere questo trend con scelte responsabili avvalendoci di quel tesoro, ancora ampiamente inespresso, che deriva dalla partecipazione dei lavoratori, un fattore strategico che la Cisl promuove da tempo. Convinti sostenitori dei modelli partecipativi che hanno costruito il loro successo nel Nord Europa, abbiamo l’ambizione di poter trovare anche nella nostra regione, spazi importanti di condivisione del lavoro attraverso la partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa”.