Roma, 16 apr. (askanews) – Iniziati oggi gli incontri tra la Regione Lazio e i consigli provinciali. Obiettivo, per aprire il dialogo sulla bozza delle linee guida per la programmazione della rete scolastica regionale 2025-2026. L’iniziativa fortemente voluta dall’assessore al lavoro, alla scuola, alla formazione, alla ricerca e al merito della Regione Lazio, Giuseppe Schiboni, è partita dalla Provincia di Viterbo, cui seguiranno le altre Province del Lazio. Erano presenti all’incontro il presidente, Alessandro Romoli, i sindaci del territorio, il capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale, Daniele Sabatini, il consigliere regionale, Giulio Zelli, le parti sociali e tutti gli organi scolastici interessati.
“Abbiamo impostato la definizione di questo documento sul dialogo e sul confronto, rispettando le peculiarità di tutti e i territori e le esigenze delle singole comunità. Infatti, in questo modo, ribaltando la logica seguita sinora abbiamo scelto di riportare la discussione sui territori, all’insegna della responsabilità e della collaborazione istituzionale. Come Regione Lazio intendiamo tenere in considerazione le dinamiche sociali, il sistema dei collegamenti e dei trasporti. Tenendo conto anche della dotazione strutturale degli edifici, anche in relazione agli interventi di edilizia scolastica previsti e in fase di realizzazione, e le reali opportunità di inserimento dei giovani in un contesto lavorativo” ha detto Schiboni.
Tra le novità di questo piano, infatti, c’è la volontà di decidere e razionalizzare l’offerta formativa delle scuole superiori. Il tutto all’insegna dell’omogeneità e con un’ottica di ricadute in termini occupazionali. Proprio per questo, nel corso del consiglio provinciale, Agnese D’Alessio, dirigente regionale dell’area per il diritto allo studio scolastico e universitario, ha illustrato la bozza di programmazione sotto il profilo tecnico. Per l’anno scolastico 2025-2026 le misure di riorganizzazione della rete scolastica potranno prevedere l’accorpamento, la disaggregazione e il cambio di aggregazione delle Istituzioni scolastiche del I ciclo e del II ciclo (Direzioni didattiche, Istituti comprensivi, Scuole secondarie di primo grado, Scuole secondarie di secondo grado) presenti nel territorio regionale o di parti di esse (plessi, sezioni staccate o succursali).
I Comuni, le Province e la Città Metropolitana di Roma Capitale, nell’individuare le istituzioni scolastiche su cui intervenire, dovranno tenere conto delle varie specificità territoriali e, in particolare, della necessità di salvaguardare i presidi scolastici presenti nei Comuni montani, nelle isole dell’arcipelago Pontino e nei territori particolarmente isolati o disagiati.
“La bozza sarà condivisa con tutte le Province, con le parti sociali e con tutti gli organi scolastici. La parola d’ordine è concentrazione. La finalità e la priorità sono quelle di aumentare e migliorare i servizi a sostegno dei giovani con scelte che devono essere misurate sulle esigenze effettive dei territori. Con un’ottica di sviluppo, di qualità ed efficienza dell’intero sistema formativo”, ha concluso l’assessore Schiboni.