Venezia, 15 apr. (askanews) – Sono la luce e i colori dell’Italia che animano le opere di Willem de Kooning, in mostra da mercoledì alle Gallerie dell’Accademia di Venezia in concomitanza con la 60^ Biennale Internazionale d’Arte. Il titolo è già emblematico: “Willem de Kooning e l’Italia” Un viaggio nella visione di uno degli artisti più rivoluzionari e influenti del XX secolo, che ha il pregio di esporre non solo le immense tele dalle ampie campiture gestuali ma anche le sculture, altrettanto potenti e suggestive così come i disegni del maestro.
La mostra è stata presentata nel corso di una conferenza stampa che ha visto protagonisti i due curatori Gary Garrels e Mario Codognato che a Venezia hanno portato quattro decenni dell’attività di de Kooning. L’artista era stato in due occasioni in Italia: nel 1959 a Venezia e a Roma e nel 1969 a Spoleto e, nuovamente, a Roma dove ha avuto modo di conoscere Toti Scialoja e Afro Basaldella. Immenso sperimentatore non solo su tela ma su diversi altri supporti, de Kooning può essere finalmente ammirato nell’intera gamma della sua creatività espressiva.
È la prima esposizione che esplora i periodi che Willem de Kooning trascorse in Italia nel 1959 e nel 1969 e il profondo impatto che questi soggiorni ebbero sul suo lavoro. Il progetto espositivo riunisce 75opere, che ne fanno la più grande retrospettiva dell’artista mai organizzata in Italia. I curatori della mostra, Gary Garrels e Mario Codognato, hanno accertato l’influenza che l’Italia ebbe sulle opere successive, dipinti, disegni e sculture, che de Kooning eseguì in America; aspetto che finora non era mai stato analizzato in modo esaustivo.
L’effetto a lungo termine di questi due periodi creativi è testimoniato da un’eccezionale selezione di lavori, che vanno dalla fine degli anni cinquanta agli anni ottanta.
Giulio Manieri Elia, Direttore delle Gallerie dell’Accademia, ha sottolineato come ” L’esposizione include una selezione dei grandi e suggestivi disegni Black and White Rome che de Kooning realizzò durante il primo lungo soggiorno nella capitale nel 1959. I lavori sono esposti insieme a opere della fine degli anni cinquanta eseguite nel periodo precedente la sua prima visita in Italia. Sono esposti insieme per la prima volta anche tre dei Pastoral Landscapes più noti di de Kooning, Door to the River, A Tree in Naples e Villa Borghese. Dipinti a New York nel 1960, dimostrano in modo evidente i persistenti ricordi del suo viaggio. Questa sezione della mostra comprende anche grandi opere figurative della metà degli anni sessanta che hanno aperto la strada al suo interesse per la scultura. In uno spazio dedicato alla scultura si possono ammirare tredici piccoli bronzi che de Kooning realizzò a Roma. Creati dopo un incontro casuale con un amico scultore, sono il risultato dei primi esperimenti dell’artista con l’argilla che lo portarono a produrre un consistente corpus di opere a New York tra il 1972 e il 1974.