Roma, 12 apr. (askanews) – Nel 2050 il mondo avrà ridotto di appena 12 miliardi in 27 anni le tonnellate di CO2, rispetto agli 37,4 richiesti dall’International Energy Agency per raggiungere la neutralità climatica. L’Italia va invece nella giusta direzione: nel 2023, ha registrato una riduzione delle emissioni di CO2 del 7,7% e un sempre maggiore utilizzo di fonti rinnovabili. L’Italia è dunque in linea con gli obiettivi europei al 2030 e dovrebbe superare il suo obiettivo raggiungendo il 40,5%. Il settore dei trasporti continua a contribuire in misura maggiore all’inquinamento atmosferico in Italia (27%), seguono industria (19%), settore residenziale (edifici) con il 12% e infine l’agricoltura (8%). Questo quanto emerge dal report “Transizione energetica e grandi aziende. Andamento e impatto economico in Italia e in Europa”, pubblicato da Rome Business School a cura di Francesco Baldi, Docente dell’International Master in Finance di Rome Business School; Massimiliano Parco, Economista, Centro Europa Ricerche e Valerio Mancini, Direttore del Centro di Ricerca Divulgativo di Rome Business School.
La Francia è prima tra le potenze europee per inquinamento atmosferico da trasporti (31%), seguono Spagna (30%) e Italia (27%). In Germania, invece, è il settore energia il principale responsabile di emissioni di gas serra, con il 34%.
Tra le capitali di Italia, Germania, Francia e Spagna è Roma la città più inquinata (oltre 38,2 microgrammi di biossido di azoto tra gen. e feb. 2024, -10,7% rispetto ai primi 2 mesi del 2023).
Ancora, le prime 8 imprese energetiche italiane (Enel, Eni, Snam, Terna, Edison, A2A, Hera ed Iren) hanno registrato un aumento dei ricavi del 37,1% tra il 2018 e il 2023, nello specifico, poi crollati del 30,2% a fine 2023 a causa della diminuzione dei prezzi energetici.
Per quanto riguarda il futuro, i Piani di Ripresa e Resilienza di Germania e Francia, seppur minori in termini di risorse a disposizione rispetto ad Italia e Spagna, concentrano maggiori risorse nel contributo climatico in termini di quota percentuale. L’aggiornamento dei PNRR di Italia, Germania, Francia e Spagna indicano quote superiori al 37,5% per tutti i Paesi ed in aumento rispetto al PNRR 2021. L’Italia destina al contributo climatico la minor quota (39%), di poco superiore è quella spagnola (39,9%), mentre più elevate sono quelle di Germania (45,8%) e Francia (49,5%). L’Italia ha sicuramente ancora un percorso lungo da seguire ma è sulla buona strada per il raggiungimento degli obiettivi di emissioni zero.