Roma, 11 apr. (askanews) – Una (molto) cauta apertura alla possibilità di allungare i tempi per l’attuazione del Pnrr e l’assicurazione che la lotta all’immigrazione clandestina è una “priorità” dell’Europa. Sono questi due dei messaggi che il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha portato questa mattina a Palazzo Chigi nell’incontro con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Un faccia a faccia nell’ambito del secondo giro di consultazioni che Michel (giovedì sera a Varsavia e venerdì a Vienna) sta facendo in vista dell’adozione dell’Agenda strategica europea.
La ‘proroga’ del Piano – spostando la scadenza dal 2026 al 2027 – è una richiesta che l’Italia, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sta portando avanti da tempo, al momento senza trovare sponde. Michel, a due mesi dal termine del suo mandato, sul tema è stato molto cauto, ma non ha chiuso completamente la porta. “Io penso – ha detto in una conferenza stampa improvvisata in piazza Colonna – che tra le opzioni utili per assicurarsi che il denaro del Next Generation EU venga consegnato e usato in Italia e negli altri Stati membri, ci sia anche la possibilità di chiedere un allungamento dei tempi o altre procedure facilitate”. Infatti “esistono opzioni per l’estensione” delle scadenze legate al Pnrr “attraverso determinate procedure” ma si tratta di “un dibattito che deve avvenire nella Commissione europea e nel Consiglio”.
Altro tema al centro del colloquio (durato un po’ più di un’ora) la questione dei migranti, all’indomani del via libera del Parlamento europeo al nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo. “Con Giorgia Meloni – ha spiegato MIchel su X – abbiamo concordato che la gestione efficiente della migrazione è una priorità. Con il Patto su migrazioni e asilo adottato ieri dal Parlamento europeo l’Ue sta riformando il suo sistema. L’attuazione è ora fondamentale, consentendo anche risultati efficienti. E continuiamo a rafforzare i partenariati con i Paesi terzi, anche attraverso opportunità di migrazione legale. Anche la lotta alla tratta e al traffico di esseri umani è una sfida che stiamo affrontando insieme, attraverso tutti gli strumenti disponibili”.
Da parte sua Meloni ha indicato quelle che dovrebbero essere, per l’Italia, le “future priorità d’azione” dell’Ue: “Il rafforzamento della competitività e della resilienza economica europea, la gestione comune del fenomeno migratorio, la collaborazione in ambito sicurezza e difesa nonché la politica di allargamento”. Sfide che richiedono, per Meloni, “la necessità di assicurare risorse comuni adeguate a sostegno dei relativi investimenti”. Un tema decisamente poco gradito ai Paesi ‘frugali’. Tra le risorse competitive su cui investire, Meloni ha indicato anche il settore agricolo, “auspicando una rapida attuazione della revisione della Politica Agricola Comune e delle misure volte ad alleviare la pressione finanziaria sugli agricoltori concordate al Consiglio Europeo di marzo”. Proprio oggi, sul tema, la Commissione europea ha inviato ai Paesi membri per consultazione la sua proposta per una proroga limitata del quadro temporaneo di crisi sugli aiuti di Stato per sostenere il settore agricolo davanti alle “persistenti perturbazioni del mercato”.
Non è escluso che tra i due ci sia stato anche il tempo per uno scambio di opinioni sulle elezioni europee e il percorso da seguire dopo il voto. Meloni negli ultimi mesi ha stretto un rapporto di collaborazione istituzionale con Ursula von der Leyen (con cui Michel non ha un buon rapporto) ma per il futuro ha sempre detto di lavorare per una maggioranza di centrodestra, con il suo gruppo Ecr che potrebbe avere un proprio Spitzenkandidat. A proposito delle europee, i giornalisti hanno chiesto a Michel se nella nuova legislatura Mario Draghi potrebbe avere un ruolo di vertice, in Commissione e in Consiglio. Un argomento ‘scivoloso’ su cui, infatti, il presidente del Consiglio europeo è stato molto evasivo: “Ci saranno le elezioni europee, un momento democratico molto importante e dopo le elezioni avremo un quadro dei risultati che è un elemento fondamentale per vedere l’orientamento politico del progetto europeo futuro. Dopo dovremo trovare un accordo sull’Agenda strategica e proporre una squadra a capo dell’Ue”.