Roma, 11 apr. (askanews) – Undicimila metri cubi di acqua che spingevano con una pressione di circa 45 atmosfere da fermare per poter cercare i quattro operai dispersi all’interno della centrale idroelettrica di Suviana a Bargi di Camugnano sull’Appennino Bolognese. I soccorritori hanno dovuto lavorare un giorno intero per “stabilizzare il rischio idraulico all’interno del pozzo” dove è avvenuta l’esplosione mercoledì pomeriggio, per poter riprendere le ricerche dei quattro operai dispersi, lo ha spiegato il comandante dei Vigili del Fuoco di Bologna, Calogero Turturici, durante un breve incontro stampa ieri, a tarda serata.
“Abbiamo finalmente stabilizzato il rischio idraulico all’interno del pozzo – ha spiegato Turturici al termine della giornata -. Mentre si è lavorato per mettere in sicurezza la condotta abbiamo continuato a fare monitoraggio strumentale a livello -9” della struttura. In giornata, infatti, vigili del fuoco e carabinieri avevano fatto diverse ispezioni con l’ausilio di droni subacquei e nella notte sono riprese le ricerche dei dispersi ai piani -8, -9 e -10. Per farlo e procedere in sicurezza – ha spiegato il comandante dei vigili del fuoco – “è stata svuotata dall’acqua la pressione che minacciava, in caso di rottura catastrofica della valvola di fondo, di invadere il locale con circa 11mila metri cubi di acqua che spingevano con una pressione di circa 45 atmosfere”.