Roma, 8 apr. (askanews) – Nell’area euro le imprese riportano una riduzione della disponibilità di prestiti bancari, ma al tempo stesso anche un calo anche del loro fabbisogno di credito. Secondo l’ultima indagine condotta dalla Banca centrale europea, le condizioni di finanziamento si sono ulteriormente inasprite nel primo trimestre di quest’anno, ma con un ritmo meno marcato di quello registrato quarto trimestre del 2023. Le aziende si attendono attenuazioni sila della dinamica dei prezzi che praticano, sia degli aumenti dei salari che erogano.
La crescita del deficit finanziamento è stata meno evidente che nei tre mesi precedenti, prosegue la Bce. Si è ridotto il numero di imprese che ha riferito di aumenti di fatturato, mentre è aumentata la quota di aziende che guarda in maniera più ottimistica agli sviluppi del prossimo trimestre.
L’indagine è stata condotta tra il 1 febbraio e il 12 marzo, allo scopo di coprire il periodo che va dall’ottobre del 2023 al marzo di quest’anno. La Bce riporta che in media le imprese prevedono aumenti del 3,3% sui prezzi e del 3,8% sui salari sui prossimi 12 mesi. In entrambi i casi, precisa la Banca centrale, si tratta di moderazione rispetto rispetto alla tendenza precedente.
Sono calate anche le aspettative delle imprese rispetto all’inflazione, rispettivamente al 3,4% sui prossimi 12 mesi, al 3% sui prossimi 3 anni e al 3% sui prossimi 5 anni. Secondo le aziende i rischi sulle prospettive del carovita restano sbilanciate al rialzo. Peraltro va segnalato che questa aspettative, specialmente sul lungo periodo appaiono più elevate di quelle dei consumatori, e non pienamente coerenti con l’obiettivo di inflazione dell’istituzione (2%).
Giovedì torna a riunirsi il Consiglio direttivo della Bce per le decisioni di politica monetaria. Non sono attese nell’immediato mosse sui tassi di interesse, ma è più che prevedibile che inizi una discussione su un possibile taglio a giugno.