Roma, 28 mar. (askanews) – Il secondo viaggio in Cina della segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen, che si terrà la prossima settimana, non nasce sotto una stella particolarmente favorevole. Da un punto di vista economico-commerciale Washington e Pechino negli ultimi giorni non se le sono mandate a dire.
Ieri il ministero al Commercio cinese ha annunciato di aver fatto ricorso all’Organizzazione mondiale per il commercio (Omc) contro gli Stati uniti per i sussidi destinati alla produzione di auto elettriche, che per Pechino sono erogati sulla base di requisiti “ingiusti” che violano la concorrenza leale.
La Cina “proteggerà gli interessi delle aziende cinesi coinvolte nei veicoli a nuova energia e un ambiente competitivo equo per l’industria in tutto il mondo”, si legge nella nota del ministero.
L’Inflation Reduction Act americano offre incentivi fiscali per l’acquisto di veicoli elettrici assemblati in Nord America e, a partire dal 2024, i veicoli contenenti componenti di batterie o materie prime provenienti da “entità straniere interessate” non potranno beneficiare dei crediti. Si tratta, insomma, dell’ennesima restrizione nell’ambito della guerra commerciale in corso tra Cina e Stati uniti.
D’altro canto, Yellen stessa ha lanciato – parlando della produzione di componenti per l’energia solare e alternativa in Georgia – un altolà a Pechino per la sua sovraccapacità produttiva. “E’ importante per me e per il presidente (Joe Biden) che le aziende e i lavoratori americani possano competere su condizioni di parità. Abbiamo posto la questione dell’eccesso di capacità nelle precedenti discussioni con la Cina e ho intenzione di renderlo un problema chiave nelle discussioni durante il mio prossimo viaggio lì”, ha detto la segretaria, secondo quanto ha riferito il Fnancial Times.
Yellen ha ribadito che, come in precedenza è accaduto per l’acciaio e l’alluminio, la produzione in eccesso di componenti per l’energia pulita, a partire dal fotovoltaico, e di veicoli elettrici e batterie agli ioni di litio rischia di creare una distorsione del mercato. “La sovraccapacità della Cina distorce i prezzi globali e i modelli di produzione e danneggia le imprese e i lavoratori americani”, ha detto, aggiungendo di aver raccolto opinioni simili anche da altri partner internazionali.
Proprio questi settori saranno al centro di un incontro che Yellen terrà il 5 aprile con le aziende Usa in Cina e che darà – secondo quanto riferisce oggi il South China Morning Post – il tenore dell’atteggiamento che Yellen avrà nei suoi incontri con gli interlocutori cinesi. Si tratterà di una riunione che si terrà a Guangzhou, metropoli meridionale molto importante per l’economia nipponica.
Dopo Guangzhou, Yellen si sposterà a Pechino per incontrare funzionari economici di alto rango, tra i quali molto probabilmente il vicepremier He Lifeng, il ministro del commercio Wang Wentao e il governatore della banca centrale Pan Gongsheng.
Il viaggio di Yellen si colloca a pochi mesi dalle elezioni presidenziali Usa di novembre, in un momento di forte tensione bilaterale, ma anche con prospettive incerte alla luce degli esiti possibili del voto americano. Se dovesse, infatti, vincere Donald Trump, non è chiaro se questi replicherà la politica di duro scontro con Pechino avuta nel primo mandato o adotterà un approccio più soft.
Yellen, ex presidente della Federal Reserve, ha una lunga esperienza nel trattare con funzionari cinesi. Ma arriva a Pechino avendo alle spalle il malcontento dei settori industriali americani, irritati dalla suvraccapacità cinese. “L’eccesso di capacità produttiva della Cina ha già distrutto troppe industrie in America negli ultimi due decenni”, ha affermato Scott Paul, presidente dell’Alliance for American Manufacturing, un’organizzazione no-profit fondata congiuntamente dai produttori americani e dal sindacato United Steelworkers nel 2007, secondo il SCMP. “È fondamentale che l’amministrazione e il Congresso implementino in modo proattivo gli strumenti commerciali esistenti e ne sviluppino di nuovi per prevenire la perdita di posti di lavoro prima che sia troppo tardi”.
In un lungo articolo di commento pubblicato lunedì, l’agenzia di stampa statale cinese Xinhua ha criticato alcune istituzioni occidentali per aver diffuso timori di sovraccapacità in tre prodotti considerati motori delle esportazioni e della crescita economica: pannelli solari, veicoli elettrici e batterie al litio. “L’Occidente guidato dagli Stati Uniti sta sfruttando la sua egemonia per strangolare gli sforzi della Cina di risalire la catena del valore e mantenere il dominio nel sistema economico globale”, ha affermato la testata ufficiale.
Il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian ha detto giovedì che il nuovo settore energetico cinese ha prosperato grazie alla qualità dei suoi prodotti e all’innovazione in un clima di competizione globale, piuttosto che attraverso sussidi e protezionismo. “È responsabilità di tutte le parti, compresi gli Stati Uniti, proteggere la catena di approvvigionamento e opporsi all’egemonia”, ha affermato.