Milano, 26 mar. (askanews) – No alle vigne a Nord, sì ai boschi a Sud. Fontanafredda, tra i più grandi produttori privati di Barolo, replica all’ipotesi avanzata dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, di introdurre la possibilità di impiantare dei vigneti di Nebbiolo atti a Barolo o Barbaresco nei versanti collinari esposti a Nord (storicamente considerati i meno indicati), per fronteggiare gli effetti già evidenti del cambiamento climatico. E lo fa con il “manifesto Bosco Vigna” che promuove la biodiversità contro la monocultura e invita a riflettere sul futuro della nostra Terra, dedicato a tutti i vigneron di Langa”.
“È legittimo il dibattito aperto dal Consorzio, che ha ben operato in questi anni, ma il cambiamento climatico non si contrasta inseguendolo o adeguandosi per continuare a produrre come prima, lo si contrasta anticipandolo e cambiando modo di produrre” afferma la storica azienda di Serralunga d’Alba (Cuneo), ricordando però non solo che “non possiamo affermare che il Nord oggi è il nuovo Sud, per farlo occorre una sperimentazione scientifica, che giustamente avrebbe senso fare”, ma sopratutto che “a Nord sono rimasti gli ultimi boschi o altre coltivazioni diverse dalla vite, mentre negli altri versanti la monocultura è ormai dominante a scapito della biodiversità delle Langhe”.
“Per questo, in assenza di basi scientifiche, non solo siamo titubanti sull’apertura degli impianti a Nord, ma nei prossimi giorni, tra i vigneti di Fontanafredda, impianteremo oltre 150 esemplari di piante, forestali e da frutta, sia autoctone sia di introduzione, consone al nostro territorio per favorire la biodiversità delle nostre colline, ripristinando la flora e la fauna, sia macro che micro” annuncia la Cantina, sottolineando che “nel contesto attuale di cambiamento climatico, l’impianto di alberi può anche aiutare a mitigare questa tendenza, così da generare il microclima più adatto alla natura di questo territorio, favorendo allo stesso tempo il ripristino di ecosistemi degradati, la fertilità dei suoli e il contrasto alle patologie della vite”.
“Quindi – chiosa Fontanafredda – non solo ‘no’, per il momento, vigne a Nord, ma ‘sì’ boschi a Sud”.