Roma, 19 mar. (askanews) – La crisi immobiliare cinese continua a mietere vittime. Lo sviluppatore Sino-Ocean Group, un altro player del settore appesantito da una grave situazione debitoria, ha annunciato che la crisi di vendite di case in Cina ha prodotto per il 2023 perdite superiori a quelle dell’anno precedente.
In un documento depositato oggi alla borsa di Hong Kong, l’azienda prevede di aver subito una perdita “compresa tra circa 20 miliardi di RMB (yuan) e 23 miliardi di RMB (2,5-2,9 miliardi di euro) per l’esercizio 2023”. Nel 2022 la perdita era stata di 19 miliardi di yuan (2,4 miliardi di euro).
“Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, la perdita attesa è principalmente attribuibile alla flessione del mercato immobiliare complessivo nella Repubblica popolare cinese, con conseguente diminuzione del margine di profitto lordo, e all’aumento del fondo svalutazione di progetti immobiliari; e alla diminuzione della quota di risultati da joint venture e società collegate per l’anno fiscale 2023”, si legge nella nota sui profitti depositata alla borsa.
La notizia di Sino-Ocean viene in un momento di ulteriore recrudescenza della crisi immobiliare. Oltre a Evergrande – per la quale un tribunale di Hong Kong ha chiesto la liquidazione – hanno segnalato difficoltà anche Vanke e Country Garden.
Ad agosto 2020 Pechino ha imposto “tre linee rosse” per frenare l’eccessivo indebitamento degli sviluppatori immobiliari, in modo da evitare un contagio al settore finanziario. Questo ha spinto verso il default diversi sviluppatori.
Sino-Ocean ha sede a Pechino. Secondo la società, le vendite nei primi due mesi di quest’anno ammontano a 2 miliardi di yuan (255 milioni di euro), contro 8,4 miliardi di yuan (1,07 miliardi di euro) nello stesso periodo dell’anno scorso.